I DISCEPOLI DI EMMAUS - SECONDA PARTE
LC 24, 13-35
Il mistero del bene manifesta la sua vittoria
A un certo punto lo sconosciuto viandante termina le sue spiegazioni e i discepoli giungono nei pressi del villaggio a cui erano diretti; proprio in questo momento l'evangelista osserva che egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino". La richiesta verrà accolta ed esaudita al di là delle loro più ardite speranze. Potremmo considerare questo episodio secondo due aspetti: il primo ci rivela qualcosa delle esigenze e del pudore dell'amore, mentre il secondo ci orienta verso le sue profondità indicibili.
Le esigenze e il pudore dell'amore
Lo stato d'animo dei discepoli nei momenti in cui Gesù, in incognito, cammina e parla con loro, è raccontato da loro stessi con queste parole: Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le scritture?
Queste parole mostrano come la presenza, l'amabilità e la sapienza di quell'uomo avevano avuto il potere di ridare luce a delle menti che si trovavano nell'oscurità, speranza e nuova vita a dei cuori che si sentivano morire; Gesù si era avvicinato a loro proprio per donare questi beni, ora, una delle caratteristiche del vero amore è questa: pur nel desiderio di donare e di donarsi, colui che ama non vuole imporsi alla persona amata, ma vuole essere da lei desiderato, e desiderato con una certa intensità. Così Gesù nei confronti dei discepoli. Allora, quell'accenno ad andare più lontano serviva proprio a provare il loro desiderio, serviva a verificare quanto ci tenevano alla sua compagnia. Se l'avessero lasciato andare avrebbe voluto dire che, nonostante le apparenze, non importava loro molto di Lui, così come è detto di coloro che subito si rallegrano nell'ascoltare la parola ma non avendo radici ed essendo incostanti vengono meno (Mt 13, 20-21).
Non così per i discepoli di Emmaus, dei quali è detto invece che insistettero perché colui che stava ridando vita ai loro cuori rimanesse con loro. Quell'insistenza rivela che la temperatura del loro amore aveva raggiunto una certa incandescenza e questa era una delle condizioni richieste perché Gesù rimanesse con loro. È tuttavia interessante notare la motivazione che presentano per indurre il loro compagno a rimanere: Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino. Ora, il desiderio più forte che avevano nel cuore era quello di poter godere ancora della presenza di colui che li stava facendo rivivere e senza del quale sarebbero probabilmente ricaduti nello sconforto. Non gli dicono tuttavia: Resta con noi perché abbiamo ancora bisogno della tua parola e del tuo incoraggiamento, ma resta con noi perché si fa sera... ossia, non viene posta in primo piano un'esigenza del loro cuore, anche se era una santa esigenza, ma viene avanzata un'esigenza della carità fraterna. Infatti, se un viandante, che non è del posto, manifesta l'intenzione di proseguire il cammino mentre il giorno sta per finire e la notte avanza, andrà sicuramente incontro a disagi non avendo un riparo per proteggersi dal freddo, riposarsi dalla stanchezza e rifocillarsi.
Vediamo così che l'intenzione del Signore di proseguire fa emergere la nobiltà dell'amore dei due discepoli, i quali, pur avendo un gran desiderio di rimanere con quell'uomo misterioso per il bene che ricevevano da lui, tuttavia, vengono mossi dal pudore e dalla carità a cercare un motivo di convenienza a rimanere anche per il loro compagno, si dimostrano così aperti e attenti alle necessità del prossimo. È accaduto così che il Signore, dopo aver dato tanto ai discepoli, ha offerto loro anche la possibilità di dare, li ha messi cioè nella condizione di offrirgli la loro ospitalità. Visto le ottime premesse, cioè il loro ardente desiderio e la loro carità fraterna, il Signore non poteva che entrare per rimanere con loro.
Dalla presenza esterna alla presenza interna
Possiamo considerare adesso questo episodio da un altro punto di vista, quello che ci orienta verso le profondità dell'amore. Come abbiamo osservato in precedenza, i pellegrini di Emmaus stavano ricevendo dall'uomo che si era unito a loro lungo il cammino: luce, consolazione, speranza, e i loro cuori tornavano a vivere dopo la grande tribolazione per la quale erano passati. Ora, questi beni venivano comunicati loro soprattutto dalla presenza esterna e dalle parole del loro compagno, quindi, se lui se ne andava, le sue parole venivano meno e loro sarebbero ricaduti, prima o poi, nello sconforto, ma anche se si fosse fermato un giorno o due o tre, sarebbe comunque venuto il momento in cui li avrebbe dovuti lasciare. Questo significa che la presenza dell'uomo di Dio e le sue parole, per quanto belle, profonde e vere come lo erano quelle pronunciate dal Signore, hanno dei limiti. Allora, per fare un bel lavoro, bisogna andare oltre questi limiti, ecco perché il Signore fece come se dovesse andare più lontano, come per invitare i suoi discepoli a seguirLo ed entrare con lui dove non ci sono più limiti e regna la perfezione dell'amore.
Oltre il limite della presenza esterna e della parola, c'è la perfezione della presenza interna e del silenzio. Questa è la meta, misteriosa e beatificante, a cui il Signore vuole condurre coloro che accettano di seguirLo. L'evangelista ce la indica con una frase fondamentale e lapidaria: Egli entrò per rimanere con loro, ecco la presenza, interna, senza interruzioni, comunitaria, beatificante... e questo è ciò di cui abbiamo bisogno, entrare in comunione intima e duratura con Colui che è la Vita, la Luce, la Pace. Ci sono però due modi o due tempi di questa presenza interna: uno è quello in cui essa agisce in modo silenzioso e nascosto e l'altro è quello della sua manifestazione. Il primo è relativo alla vita presente, il secondo a quella futura.
Verso la manifestazione della risurrezione
Il Signore, dunque, accetta l'ospitalità dei discepoli e, mentre è a tavola con loro, aziona l'interruttore che fornirà ai loro occhi la luce necessaria per poterlo riconoscere, e lo fa in un modo molto fine e caratteristico, afferma cioè di essere il Signore Gesù e quindi il Risorto, non in maniera diretta ma indiretta. Non dice ad esempio: "Quel Gesù di Nazaret che voi avete visto crocifisso, morto, deposto in un sepolcro, il cui corpo non è stato trovato dalle donne quando vi si sono recate, e che gli angeli affermano essere vivo, ebbene, sono io che sto in mezzo a voi". Vengono però dette, in altro modo, esattamente le stesse cose e anche qualche cosa in più.
Ecco come sono andate le cose: Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ora, quei gesti, quelle parole, quell'intonazione di voce, quello sguardo, i due discepoli li avevano già visti e ora li stavano rivedendo, e si stavano rendendo conto che appartenevano in maniera inconfondibile alla persona di Gesù, dunque, colui che avevano davanti era veramente Gesù, ed era vivo e vegeto nonostante fosse stato morto e sepolto. Rendersi conto di questo e venire invasi dalla gioia, e da qualche brivido, fu un tutt'uno, quella gioia poi era talmente forte, inebriante e piena di luce da ricompensarli ampiamente delle angosce e delle sofferenze patite durante i giorni della Passione. Ecco ciò che accade quando il Signore si manifesta.
Vittorio Messori fa un'ottima osservazione a proposito di questa cena dicendo che: prendendo il pane, benedicendolo, spezzandolo e distribuendolo, il misterioso personaggio ha necessariamente dovuto mettere in evidenza le sue mani, allora, vedendo in esse il segno dei chiodi i discepoli hanno riconosciuto il Signore.
Questa manifestazione però è durata pochissimo, è stata una manifestazione lampo, e poi: Lui sparì dalla loro vista. Vallo a capire questo Signore risorto, poteva almeno fermarsi un po' di più, che fretta aveva, e ora, dove si sarà di nuovo nascosto? Evidentemente, il Signore è uno a cui piace viaggiare in incognito, piace nascondersi e farsi cercare, se lo incontri ti fa molte domande, sembra non sapere niente e invece sa tutto, quando poi si rivela lo fa per lo spazio di un momento.
Il ritorno a Gerusalemme
Intanto i discepoli, pieni di gioia, si rendono conto che il Signore era stato loro vicino anche quando non erano in grado di riconoscerlo e si dicono l'un l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?" camminava con noi e noi non lo sapevamo! Allora, quando si ha il cuore pieno di gioia, si ha anche il desiderio di condividerla, anche se coloro che sono in grado di farlo sono a sette miglia di distanza, ossia a Gerusalemme.
E partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme. Ma si stava facendo buio - non importa, la luce di Gesù risorto illuminava i loro occhi -. Ma avevano già camminato a lungo erano stanchi - non importa, avevano ricevuto un nuovo vigore dall'incontro con il Signore e dal pane che Lui aveva benedetto -. Ma il Signore era scomparso - non importa, sentivano che era andato a nascondersi nel profondo del loro cuore -.
Questo per dire che agli occhi di chi non ha ancora incontrato il Signore, i comportamenti di un discepolo possono apparire a volte come stranezze e follie; è tuttavia un peccato che nel mondo siano troppo poche queste follie. Da notare che le prime persone a cui i discepoli pensano per condividere la loro gioia non sono gli abitanti del villaggio, non sono i non credenti o i pagani, ma sono altri discepoli come loro, perché nessun altro li avrebbe capiti se non dei fratelli nella fede, solo chi, come loro, aveva partecipato al dramma di Gesù morto, meritava ed era in grado di partecipare alla gioia di Gesù risorto.
Intanto i due arrivano a Gerusalemme e incontrano gli undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone". Scoprono così che la comunità di Gerusalemme era nella gioia per lo stesso loro motivo, allora, mettendo in comune le loro sorprendenti esperienze la gioia di tutti non poteva che aumentare e consolidarsi; il Signore Gesù, incredibile a dirsi, era veramente risorto, l'odio e la morte non avevano avuto l'ultima parola, ma erano stati sconfitti dalla forza invincibile dell'Amore.
L'esperienza autenticata dalla comunità
Questo momento di condivisione è più importante di quanto potrebbe sembrare. Come abbiamo osservato, la manifestazione del Signore ai due discepoli di Emmaus, è stata una manifestazione lampo, e questo avrebbe potuto, nel tempo, far sorgere qualche dubbio: e se si fosse trattato di una allucinazione, di un abbaglio, o di una qualche forma di suggestione? Oppure un brutto scherzo dovuto allo sconforto e alla depressione in cui erano caduti?
Ora, in quello stesso giorno, persone diverse, in momenti diversi, in luoghi diversi, in modi diversi, erano state condotte tutte alla medesima conclusione: Gesù di Nazaret, che era stato morto e sepolto, era tornato alla vita. Si è quindi verificato, in campo spirituale, ciò che si richiede in campo materiale ad una teoria per meritarsi il titolo di scientifica. Tale teoria deve cioè descrivere coerentemente dei fenomeni che, persone diverse, in tempi diversi, con sistemi diversi, possano riprodurre applicando quella teoria, in modo tale che tutte giungano alla medesima conclusione.
Così, oltre alla condivisione della gioia, il ritorno a Gerusalemme è servito a loro, agli altri, e a noi, per verificare l'identità dell'esperienza a cui ognuno, in modi e tempi diversi, era stato condotto, ed escludere così il pericolo di un inganno o di una fantasia senza senso.
I discepoli di Emmaus e noi
Giunti a questo punto, rimane da vedere quali sono gli insegnamenti di cui possiamo beneficiare riflettendo sull'esperienza dei due discepoli di Emmaus. A tale proposito penso sia utile considerare la loro vicenda come un modello o una parabola dell'intera vita di un discepolo di Gesù.
Proviamo a riflettere su alcuni elementi che suggeriscono questo modo di vedere. Intanto i due erano in cammino, ma anche la nostra vita è un cammino, ed è un cammino che non facciamo da soli ma in compagnia. È detto inoltre che questo cammino era di circa sette miglia, nella Sacra Scrittura poi, difficilmente troviamo qualcosa che non abbia un significato simbolico, ossia un significato che tenta di farci andare oltre ciò che appare, per introdurci nel mistero di Dio e nel mistero dell'uomo; anche i numeri hanno un loro significato simbolico. Il numero sette sta ad indicare, pienezza, perfezione, totalità. Le sette miglia da Gerusalemme ad Emmaus possiamo quindi vederle come la totalità del tempo che a ognuno è concesso in questa vita.
Se consideriamo la meta verso cui erano diretti, un villaggio, possiamo dire che non era una meta molto elevata, soprattutto se la paragoniamo alla città regale da cui si allontanavano, così l'uomo, lasciato a se stesso, non è di solito orientato verso traguardi molto elevati. È il Signore che eleva i traguardi dell'uomo; vediamo infatti che alla fine i due ritornano pieni di gioia alla città da cui erano partiti e incontrano dei fratelli, anche loro pieni di gioia per aver visto il Signore. Ma questa è proprio la meta a cui il Signore ci chiama, ossia la comunione dei santi nella gioia della Gerusalemme Celeste, dove il motivo della gioia sarà la contemplazione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Da Dio veniamo e a Dio dobbiamo ritornare.
Lungo il cammino i due discorrevano e discutevano insieme di tutto quello che era accaduto, e questa è una figura dell'uomo che, lungo il corso della vita, si interroga e cerca il significato di tutte le cose in cui si imbatte: del bene e del male, di fatti e personaggi che incidono sulla sua vita, ma di cui molti aspetti, per quanto cerchi, gli rimangono ignoti. Ora, se la sua ricerca è onesta, se non è una ricerca superficiale e incostante, deve riconoscere che il senso ultimo di tutte le cose gli sfugge.
Che il senso dell'esistenza non fosse una cosa così facile da trovare, se ne era reso conto in maniera acuta il Qoèlet che diceva: Vanità delle vanità, tutto è vanità. Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno per cui fatica sotto il sole?... L'uomo non può scoprire la ragione di quanto compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla (Qo 1, 2-3; 8, 17). Infatti, il senso della vita non è qualcosa che l'uomo riesce a scoprire con le proprie forze, ma è qualcosa che riceve come un dono, e il senso pieno non gli sarà rivelato che in Paradiso. Di qui la necessità che il Signore si affianchi al nostro cammino e, a poco a poco, ci spieghi Lui come stanno le cose.
Il Signore era là e io non lo sapevo
A questo punto possiamo evidenziare due insegnamenti molto importanti e consolanti: il primo è che il Signore si fa vicino e accompagna tutti coloro che sono onestamente alle prese con i grandi problemi della vita; il secondo è che il Signore opera in nostro favore molto tempo prima che i nostri occhi siano capaci di riconoscerlo: E camminava con loro, ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Un esempio tipico lo possiamo vedere nella vita di S. Agostino il quale, nel suo travagliato vagare alla ricerca della verità, giunge un certo giorno a Milano dove incontra il Santo vescovo Ambrogio, e a proposito di questo incontro osserva: "Qui incontrai il vescovo Ambrogio, noto a tutto il mondo come uno dei migliori e Tuo devoto servitore... A lui ero guidato inconsapevole da Te, per essere da lui guidato consapevole a Te". In molti altri avvenimenti, pensieri, stati d'animo, Agostino riconoscerà l'opera del Signore nella sua vita, anche se lui, sul momento, non era in grado di riconoscerla. Come lui, tutti coloro che sono giunti alla fede e hanno camminato in essa, possono riconoscere che in certi momenti del loro cammino sono accaduti dei fatti che si sono poi rivelati decisivi per la loro conversione o per la loro crescita spirituale, e di quei momenti è possibile dire: Il Signore era là e io non lo sapevo (Gn 28, 16).
Possiamo ancora notare come tutto l'episodio racconti di una manifestazione progressiva del Signore Gesù, fino al momento dello svelamento totale che confermerà i discepoli nella gioia. Vediamo infatti un primo momento in cui i discepoli camminano da soli, poi Gesù si avvicina e cammina con loro in silenzio, quindi li interroga e si fa raccontare le loro angustie, passa poi a rimproverarli per non aver creduto alla parola dei profeti, afferma in seguito che il Cristo doveva soffrire per entrare nella sua gloria e spiega loro le scritture, verifica il loro amore e, da ultimo, rompe il velo per manifestarsi ai loro occhi in piena luce.
Questo percorso è simile al cammino di fede che un discepolo compie nella Chiesa, cammino che terminerà con la visione di Dio faccia a faccia. In un cammino di fede, come si sa, il Signore non si vede, si vedono però nella Chiesa uomini di fede, i quali ci spiegano le Scritture come Ambrogio ad Agostino. Inoltre, più comprendiamo le Scritture più ci rendiamo conto di non credere abbastanza alla parola dei profeti, si è allora stimolati a chiedere l’aumentato del dono della fede per poter credere di più. Capita anche, lungo gli anni, di comprendere veramente cose che fino a quel momento si sapevano solo teoricamente.
La predicazione della Chiesa inoltre, insiste in modo particolare sul mistero pasquale, ossia sul mistero della passione, morte e risurrezione del Signore, che è la via per la quale il Signore è passato per entrare nella sua gloria. Il discepolo quindi, nei suoi travagli, nelle sue sofferenze e nella sua morte, è fortificato dalla grazia che proviene dalla Croce di Cristo, il fine ultimo però, non è la sofferenza e la morte, ma la gioia nella contemplazione del Signore risorto insieme agli angeli e ai santi.
In attesa che sul nostro cammino appaia il traguardo della Gerusalemme celeste, dobbiamo camminare nella fede e non ancora in visione (2 Cor 5, 7), come ci dicono sia San Paolo, sia l'esperienza. È forse questo uno dei motivi per cui il Signore cammina con i discepoli senza farsi riconoscere. Così, l'apparizione lampo con cui il Signore si manifesta loro, oltre ad affermare la sua risurrezione, a indicare con particolare evidenza quale era la bellezza e la gioia che avrebbe riservato loro in cielo, oltre a infondere loro nuove forze e coraggio per annunciare al mondo la sua risurrezione, indicava anche che non erano ancora giunti al traguardo, e dovevano camminare anche loro nella fede e non nella visione, come i discepoli di tutti i tempi. Per i discepoli di tutti i tempi questa manifestazione di Gesù contiene la consolante indicazione che, in momenti particolari, per motivi a lui noti, nei modi stabiliti dalla sua sapienza, il Signore può, per lo spazio di un momento, rendere sensibile anche a loro la sua presenza.
Gesù risorto e l'Eucaristia
Nel corso della riflessione abbiamo a un certo punto osservato come il Signore abbia scelto una via indiretta, o velata, per rivelare e affermare la sua risurrezione, e abbiamo anche detto che, oltre ad affermare la risurrezione il Signore stava dicendo anche qualcosa in più. Probabilmente, sul momento, i discepoli non si saranno resi conto di questo ulteriore insegnamento, possiamo tuttavia immaginarli, qualche tempo dopo, intenti a riflettere sugli avvenimenti di quel giorno, soprattutto sul modo che il Signore aveva scelto per farsi riconoscere. Immaginiamo allora il discepolo C e il discepolo S che cercano una comprensione più profonda di quel particolare momento.
C - Ti sei mai chiesto come mai, a noi, il Signore si è manifestato in quel modo particolare?
S - Ci ho pensato a volte, però non riesco a comprendere pienamente il senso di quanto ha fatto, ma la cosa più importante, non è forse che noi sappiamo che Lui è risorto?
C - Sì, ma tu sai che il Signore non fa niente a caso e in tutto ciò che dice e fa si nascondono misteri e insegnamenti profondi.
S - Verissimo, quindi, se cerchiamo, troveremo sicuramente qualche tesoro nascosto.
C - Infatti, a Lui piace dire molte cose nascondendole sotto i veli delle parabole e delle similitudini, se dunque per rivelarsi a noi ha scelto quella particolare sceneggiatura, ci deve essere un motivo.
S - Da dove possiamo iniziare la ricerca?
C - Da una domanda, naturalmente.
S - Quale domanda?
C - Qual è l'associazione di idee che noi possiamo adesso stabilire dopo averlo visto risorto?
S - Veramente, non riesco a seguirti.
C - Dai, non è difficile, anzi è semplicissimo.
S - Sarà semplicissimo per te, ma io proprio non ti seguo.
C - L'associazione è questa: abbiamo da una parte Gesù, risorto, vivo e vegeto, e dall'altra la tavola, il pane, la benedizione, il pane spezzato e la sua distribuzione.
S - E allora?
C - E allora basta percorrere le idee contenute nell'associazione in senso inverso e abbiamo trovato.
S - Trovato che cosa?
C - Che lì dove c'è una tavola, un pane spezzato e una benedizione c'è anche Gesù risorto.
S - Accidenti! Adesso capisco, era così semplice! Così, anche il fatto che appena riconosciuto sia sparito dalla nostra vista, può voler dire che per fede dobbiamo riconoscerLo risorto e vivo nel Pane Consacrato.
C - Penso proprio di sì.
S - Allora, con questo modo singolare di manifestarsi è come se avesse voluto lasciare a noi e ai discepoli che verranno, il suo indirizzo, così, quelli che vogliono incontrarLo nella fede, lo possono fare dove c'è un Pane Consacrato...
Ecco il modo che il Signore ha scelto per farci andare oltre i limiti della sua presenza esterna e della parola, vale a dire il dono dell'Eucaristia, mediante il quale, in modo silenzioso e nascosto, entra per rimanere con noi. Quando questa presenza si manifesterà in piena luce e senza interruzioni, sarà la beatitudine eterna.
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26-02-2023 - Le tentazioni di Gesù (Mt 4, 1-11)
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01-01-2023 - Maria madre di Dio (Lc 2, 16-21)
I paradossi di Dio rischiano di non dirci nulla
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25-12-2022 - La luce splende nelle tenebre (Gv 1, 1-18)
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Giuseppe può comprendere e aiutare chi è nella prova
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11-12-2022 - Sei tu colui che deve venire? (Mt 11, 2-11)
Quando non si comprende l'agire di Dio
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04-12-2022 - Giovanni Battista (Mt 3, 1-12)
Il profeta di cui avremmo bisogno
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27-11-2022 - La venuta del Figlio dell'uomo (Mt 24, 37-44)
Ci sono quelli che l'attendono e quelli che l'ignorano
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20-11-2022 - La festa di Cristo Re (Lc 23, 35-43)
Perché ha compiuto una grande impresa
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13-11-2022 - Gesù profeta di sventure (Lc 21, 5-19)
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita
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06-11-2022 - Gesù risponde ai Sadducei (Lc 20, 27-38)
Alcuni aspetti della vita futura
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30-10-2022 - Zaccheo incontra Gesù (Lc 19, 1-10)
E la sua vita cambia
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23-10-2022 - Giusti o ingiusti (Lc 18, 9-14)
A noi decidere da che parte stare
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16-10-2022 - Gridare giorno e notte (Lc 18, 1-8)
Per essere prontamente esauditi
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09-10-2022 - Il grido a cui Gesù risponde (Lc 17, 11-19)
Ma noi non sappiamo gridare
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02-10-2022 - Non abbiamo fede (Lc 17, 5-10)
Neanche quanto un granello di senape
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25-09-2022 - Delitto e castigo (Lc 16, 19-31)
Il ricco gaudente uccide sia sé stesso, sia Lazzaro
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18-09-2022 - Una strana parabola (Lc 16, 1-13)
L'amministratore disonesto lodato per la sua astuzia
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11-09-2022 - Peccatori e pubblicani o scribi e farisei? (Lc 15, 1-10)
L'inevitabile scelta
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04-09-2022 - Impossibili imprese (Lc 14 25-33)
La costruzione della torre e la guerra dei re
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28-08-2022 - Umiltà radicale (Lc 14, 1. 7-14)
Dell'ultimo posto che nessuno vuole
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21-08-2022 - Due possibili esiti (Lc 13, 22-30)
Ognuno sceglie liberamente dove andare
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14-08-2022 - Fuoco sulla terra (Lc 12, 49-53)
E noi vorremmo che il fuoco non bruci
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07-08-2022 - Beato chi rimane sveglio nella notte (Lc 12, 35-40)
Non si troverà con la casa scassinata
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31-07-2022 - La ricerca della ricchezza (Lc 12, 13-21)
Quella che dura e quella che non dura
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24-07-2022 - La via angusta della preghiera (Lc 11, 1-13)
Ciò che accade a un discepolo che prega
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17-07-2022 - La parte che non sarà tolta (Lc 10, 38-42)
E quella che dovrà essere tolta
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10-07-2022 - Fa' questo e vivrai (Lc 10, 25-37)
Non una vita qualunque, ma quella di Dio stesso
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03-07-2022 - È vicino a voi il Regno di Dio (Lc 10,1-12. 17-20)
Alcuni accolgono il suo Re, altri lo respingono
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26-06-2022 - Un amore esclusivo (Lc 9, 51-62)
E le sue esigenze
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19-06-2022 - Ho ricevuto quello che vi ho trasmesso (1Cor 11, 23-26)
Ciò che solo un amore folle può fare
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12-06-2022 - Non siete capaci di portarne il peso (Gv 16, 12-15)
Il peso della gloria a cui siamo chiamati
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05-06-2022 - Un'impresa trinitaria (Gv 14, 15-16. 23b-26)
Amare come Gesù ama
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29-05-2022 - Di questo voi siete testimoni (Lc 24, 46-53)
Uno di questi è padre Kolbe
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22-05-2022 - Se uno mi ama... (Gv 14, 23-29)
Ascoltare le parole e osservare la parola
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15-05-2022 - L’impossibile comandamento (Gv 13, 31-33A. 34-35)
La soluzione di Teresina di Lisieux
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08-05-2022 - Il buon pastore (Gv 10, 27-30)
E il cattivo pastore
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01-05-2022 - Quella notte non presero nulla (Gv 21, 1-14)
La via stretta del fallimento
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24-04-2022 - Per timore dei Giudei (Gv 20, 19-31)
Un timore giustificato
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17-04-2022 - Il mistero della risurrezione di Gesù (Gv 20, 1-9)
Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti
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10-04-2022 - Il mistero della passione di Gesù (Lc 22, 14-23, 56)
Ossia, della creatura che uccide il suo Creatore
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03-04-2022 - L’adultera perdonata (Gv 8, 1-11)
Figura dell'umanità che tradisce il suo Dio
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27-03-2022 - Il figlio prodigo (Lc 15, 11-32)
La festa dopo la grande impresa
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20-03-2022 - Se non vi convertite, perirete (Lc 13, 1-9)
La causa profonda delle tragedie
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13-03-2022 - La trasfigurazione di Gesù (Lc 9, 28b - 36)
Destinati alla gloria dell'intimità con Dio
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06-03-2022 - Gesù è tentato nel deserto (Lc 4, 1-13)
Il mistero della tentazione
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27-02-2022 - L’occhio, la trave e la pagliuzza (Lc 6, 39-45)
Diventare come il Maestro
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20-02-2022 - La carità fraterna (Lc 6, 27-38)
Illusioni e realismo
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13-02-2022 - Le beatitudini (Lc 6, 17. 20-26)
I tesori che non sappiamo di avere
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06-02-2022 - La pesca miracolosa (Lc 5, 1-11)
Un lavoro in due tempi
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30-01-2022 - Tentativo di deicidio (Lc 4, 21-30)
Annuncio di ciò che accadrà
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23-01-2022 - Gesù nella sinagoga di Nazaret (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)
Annuncia la sua missione
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16-01-2022 - Le nozze di Cana (Gv 2, 1-11)
Una miracolosa trasformazione che ci riguarda
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09-01-2022 - Il battesimo di Gesù (Lc 3, 15-16. 21-22)
Figura di ciò che ci attende
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02-01-2022 - La luce splende nelle tenebre (Gv 1, 1-18)
E le tenebre non l’hanno vinta ...
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26-12-2021 - Gesù ritrovato nel tempio (Lc 2, 41-52)
Quando i santi non comprendono
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19-12-2021 - Maria visita Elisabetta (Lc 1, 39-45)
Figura della sollecitudine di Dio per ogni uomo
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12-12-2021 - Battesimo con l’acqua e con il fuoco (Lc 3, 10-18)
Perché l'uomo possa partecipare al banchetto
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05-12-2021 - Il grido del profeta (Lc 3, 1-6)
Perché l'uomo ritorni sulla retta via
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28-11-2021 - Un nuovo anno liturgico
Per cercare di comprendere il progetto di Dio
- ----- Inizio Anno C ↑ -------
- ----- Fine Anno B ↓ ---------
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21-11-2021 - Cristo Re
Re che muore per salvare il suo popolo
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14-11-2021 - I tempi della fine
Quando non si può più mentire
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07-11-2021 - La vedova di Sarèpta
La desolazione di chi ha perso l'amore
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31-10-2021 - Oltre i comandamenti
Lo sguardo di Gesù
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24-10-2021 - Bartimeo, cieco e mendicante
Sperare contro ogni speranza
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17-10-2021 - Il grande Incompreso
La gloria secondo Dio e secondo noi
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10-10-2021 - Il giovane ricco e noi
Dio non ci ama per scherzo, dona tutto e chiede tutto
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03-10-2021 - Se non diventerete come i bambini
Diventare piccoli perché Dio possa farci grandi
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26-09-2021 - Idee ristrette
I nostri pensieri e quelli di Dio
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19-09-2021 - Il rischio di non voler comprendere
Quando Gesù ci interpella sul mistero del peccato
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12-09-2021 - Chi è Gesù?...
Un mistero non accessibile alle sole forze umane
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05-09-2021 - Un caso di malattia incurabile
Che relazione c'è fra il sordomuto e noi?
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29-08-2021 - Osservare le regole per nascondere scomode verità
Da chi vogliamo essere salvati: dalle "regole" o da Gesù?
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22-08-2021 - Il rischio di abbandonare Gesù
Se non diventerete come i bambini...
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15-08-2021 - La Donna vestita di sole e il Drago rosso
Lo stridente contrasto da cui non conviene distogliere lo sguardo
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08-08-2021 - Quando l’uomo di Dio non ne può più…
Ciò che può accadere a ognuno di noi
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01-08-2021 - Come dall’Egitto alla Terra Promessa
"Fare" o "lasciarsi fare"?
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25-07-2021 - Il segno della moltiplicazione dei pani
Il pane prodotto dagli uomini e quello donato da Dio
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18-07-2021 - Come pecore senza pastore
Similitudine e diversità con la situazione attuale
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11-07-2021 - Perché esiste tutto ciò che esiste?
Un progetto folle
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07-07-2021 - L'inevitabile tempesta
Il grido di Pietro quando affonda
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04-07-2021 - Il profeta Ezechiele, Gesù e noi
Il profeta inviato a una genìa di ribelli...
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27-06-2021 - L'emorroissa e la figlia di Giàiro
Due episodi utili a comprendere ciò che stiamo vivendo
- ----- Anno B ↑ ---------
- ------------- O -------------
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03-01-2021 - Quando è nato Gesù?… Riflessioni affettive
Circola la voce che Gesù non sia nato il 25 dicembre!
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11-06-2020 - Dio punisce o non punisce?…
È più buono un Dio che punisce o un Dio che non punisce?
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09-08-2018 - Buona o cattiva Novella?!...
Perché ad annunciare Gesù si rischia la vita?...
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02-01-2018 - Pensieri sul Natale
Per Gesù, Giuseppe e Maria non c'è posto fra gli uomini...
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26-12-2017 - Auguri di Natale
Perché gioire a Natale?!... Perché Gesù nasce in una stalla?!...
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18-01-2017 - L'enfer c'est les autres
Se l'inferno sono gli altri è perché la possibilità dell'inferno è anche nel nostro cuore...
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07-02-2016 - Giustizia e Misericordia
Qual è la condizione necessaria per ottenere misericordia?...
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28-06-2015 - Il mistero della Sindone e noi...
Le vicende della nostra vita terrena lasciano impressi, come sulla Sindone, dei segni di difficile comprensione.
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28-06-2015 - Perché il vangelo non ci dice niente?!... (Gv 3, 16-21)
Benedetti o maledetti?!...
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02-10-2014 - Parabola dei chiamati a lavorare nella vigna (Mt 20, 1-16)
Sintesi - L'ingiustizia di Dio è la nostra fortuna!!!
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21-01-2013 - Fuga e lotta con Dio ... 2/2
Una via più lunga e una più breve ...
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18-11-2012 - Fuga e lotta con Dio ... 1/2
Chi è più credibile? ...
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16-07-2011 - Il gioco disonesto della menzogna
E' naturale credere vera qualsiasi affermazione, ma ...
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02-05-2011 - Credenti o creduloni?...
L'inevitabilità dell'atto di fede - Diventarte credibili
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03-03-2011 - Come nei romanzi gialli ...
Analogie con la ricerca della felicità
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Ultimo aggiornamento 09-01-2024
Meditazione sul libro di Giobbe (Capitoli: 1-42)
La santità di Giobbe - Un principio di giustizia violato - Le due fasi della prova di Giobbe - La protesta di Giobbe - Gli amici di Giobbe - L’inizio di una disputa infuocata - La paura di Dio - Come può essere giusto un uomo davanti a Dio? - Giobbe fa saltare i nervi ai suoi amici ...
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Il perdono che non può essere concesso (Gv 20, 22-23)
A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi - che cos'è il peccato? - scoperta di alcuni paradossi - l'abominio del peccato originale - l’appuntamento a cui non possiamo mancare
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - IIa parte
Il bisogno di amare - poco e molto, storia in due tempi - le paure del servo malvagio - l’oscuramento della ragione - Dio non ci chiede più di quanto possiamo dare - chi è umile accetta di farsi aiutare - la possibilità della perdizione - tentativo di riflessione sull’inferno - come evitare la perdizione
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - Ia parte
Un compito difficile - Ciò che non vorremmo sentire - Il rischio di un malinteso - Cosa si aspetta il padrone dai suoi servi - Il problema del vero bene dell’uomo - Prima il poco, poi il molto
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La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro
Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...
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Le riche épulon et le pauvre Lazare
Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...
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Come mai questo tempo non sapete valutarlo?
Difficoltà di valutare il senso del tempo - Un compito troppo difficile - L’invito inascoltato - L’inevitabile combattimento.
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Aprì loro la mente per comprendere le scritture
Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.
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Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.
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Gesù esamina Pietro sull'amore
Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 2
Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 1
Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.
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Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)
Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...
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La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)
Difficoltà di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.
Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.
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