IL PADRE MISERICORDIOSO E IL FIGLIO PRODIGO
Lc 15, 11-32 (Terza parte)
Giunti a questo punto rimane il compito di cercare le analogie fra la nostra storia e quella che il Signore ha raccontato. Potremmo intanto dire che ognuno di noi, per il fatto di esistere, è coinvolto in qualche modo in un rapporto d'amore con il Padre che ci ha creati. Ognuno di noi aspira inoltre alla gioia, alla festa, a una vita più piena e più intensa; il Padre però, non ci dona questi beni sin dall'inizio, ma vuole che siano il frutto di una nostra ricerca e di una nostra conquista. A questo fine concede a ognuno un certo patrimonio e un certo numero di talenti, lasciandoci poi liberi di utilizzarli nel modo che riteniamo più opportuno.
Questo patrimonio è costituito innanzitutto dal dono dell'esistenza, dal dono dell'intelligenza, dalla libertà, da una certa capacità di distinguere il bene dal male, da un certo sentimento dell'esistenza di Dio e della sua maestà, dal tempo in cui ci è concesso l'esercizio e lo sfruttamento di queste risorse. Con questi beni a disposizione ognuno ha la possibilità di scegliere due possibili percorsi: o impiegare i doni ricevuti nel servizio di Dio, confidando di ricevere a suo tempo una giusta ricompensa, oppure decidere di svincolarsi completamente dal suo servizio per tentare di costruire da solo la propria vita e la propria felicità. Quanti scelgono questa seconda via assomigliano al figlio più giovane della parabola e andranno incontro alle sue stesse disavventure.
Tra i motivi che avevano indotto il secondogenito ad abbandonare la casa paterna ne avevamo individuati principalmente due: un certo disagio, una certa insofferenza verso il regime di servizio e di ubbidienza in vigore nella casa paterna, e le allettanti prospettive che il mondo esterno offriva. Analogamente, succede a molti di rispettare per un certo tempo la volontà e le leggi di Dio, tuttavia, l’adesione alla sua legge e alla sua volontà non è molto convinta né molto radicata, dipende più che altro dalla giovane età che non può evitare i condizionamenti dell'ambiente circostante. Può quindi accadere che col tempo incominci a manifestarsi un certo disagio e una certa insofferenza, sorgono allora propositi di scaricare appena possibile il giogo rappresentato dalle regole, dai divieti, dai riti, dalle ricorrenze, dagli obblighi verso gli uni e verso gli altri, dagli scrupoli di coscienza.
L'altro fattore che contribuisce a far maturare la decisione di abbandonare Dio e la sua legge è lo splendore, la vitalità e la soddisfazione che la vita mondana sembra promettere. Così, la prospettiva di gestire il tempo a proprio piacimento, di svincolarsi dagli obblighi e dai divieti per concedersi ogni piacere, ogni divertimento e ogni esperienza, esercita una forte pressione nella direzione dell'abbandono di ogni pratica religiosa. Quando poi questa prospettiva, magari accarezzata per anni, acquista una certa consistenza e un certo vigore ecco che viene espressa la richiesta: Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta.
Conviene inoltre osservare che dietro questa richiesta, molto probabilmente, c'è già l'intenzione di abbandonare la casa paterna, tuttavia non si osa dirlo apertamente e ci si limita a reclamare i propri diritti, magari lasciando intendere di non voler affatto andar via di casa. Analogamente, molti giovani incominciano ad avanzare una giusta richiesta per una loro autonomia decisionale in materia di pratica religiosa; quando poi questa autonomia è concessa, per un po' di tempo la pratica religiosa continua, poi si allenta, e infine viene completamente abbandonata, ed è come se: "Raccolte le proprie cose partissero per un paese lontano". Il fatto che a partire sia proprio il figlio più giovane rispecchia bene quanto ognuno può constatare, ossia che l'abbandono della pratica religiosa si verifica per molti proprio nel periodo della giovinezza.
Colpevolezza e innocenza nella decisione del figlio
Conviene inoltre considerare che questo abbandono è in parte colpevole e in parte innocente. La parte innocente dipende dal fatto che, specialmente quando si è giovani, si ha poca esperienza della vita, si è molto instabili, ci si lascia facilmente abbagliare, non si riescono a calcolare bene tutte le conseguenze delle proprie decisioni, o non decisioni, non si conoscono a fondo le proprie forze e le proprie debolezze, si crede troppo presto di aver capito tutto...
La parte colpevole consiste invece nel voler ascoltare e seguire i richiami di coloro che vivono come se Dio non ci fosse, consiste nel non avere fiducia in Dio e nel suo progetto; se poi si conosce poco sia Dio, sia il suo progetto, si ha comunque il dovere di fare qualcosa per approfondirne la conoscenza. Se la pratica religiosa sembra austera, repressiva, limitativa della libertà, perché non parlarne e sentire anche le ragioni di Dio? Perché non presentare un proprio alternativo progetto di vita e sottoporlo al suo consiglio? Questo generalmente non accade perché colpevolmente non conosciamo il cuore di Dio, e non siamo abituati ad avere una confidenza totale in Lui. La colpa più grave consiste proprio nella volontà di tagliare ogni rapporto con Dio che ci ha dato tutto, e non ci chiede che di aver fiducia in Lui.
L'infinito rispetto per la libertà dell'uomo
La parabola mostra poi come Dio rispetti infinitamente la libertà dell'uomo; non si oppone infatti alla decisione del figlio di partire per un paese lontano, questo perché un cuore che ama vuole assolutamente rispettare la libertà della persona amata, è in questo rispetto infatti, la grandezza e la bellezza di ogni autentico rapporto d'amore. Noi che non sappiamo amare, abbiamo invece una forte tendenza a imporre, a esercitare forti pressioni, a ricattare, per legare l’altro a sé, per far prevalere le nostre idee o per reclamare le nostre esigenze. Evidentemente l'attitudine di rispettare la libertà dell'altro ci espone al rischio del rifiuto, dell'incomprensione e delle relative sofferenze, ma è un prezzo che dobbiamo accettare di pagare per educarci ed educare a costruire rapporti d'amore autentici e belli, gli unici che possono saziare e rallegrare il nostro cuore.
Nel paese della libertà
Il figlio dunque, esercitando la sua libertà, parte per un paese lontano e, come abbiamo osservato, più si allontana più sembra respirare liberamente, più la sua vita sembra espandersi e fiorire. Le cose vanno un po’ diversamente nel cuore del padre. Possiamo vederne il riflesso nella sofferenza di molti parroci, di molti genitori e catechisti quando vedono i loro giovani allontanarsi da Dio; prevedendo le disavventure e le tribolazioni a cui andranno inevitabilmente incontro, non possono non preoccuparsi per la loro sorte.
In un primo tempo però, quanti abbandonano Dio non incontrano affatto sofferenze, anzi, sembra che tutto proceda per il verso giusto, fanno quello che vogliono, hanno le relazioni che vogliono, si concedono i divertimenti e le esperienze più eccitanti, vivono al passo con i tempi, liberi, disinibiti, senza complessi, se poi sopraggiungono difficoltà o inconvenienti, lasciando da parte gli scrupoli riescono sempre a trovare un modo per aggiustare le cose. Ma la parabola e l'esperienza insegnano che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, prima o poi bisogna fare i conti con la realtà, ossia con i misteri nascosti nel nostro cuore e nella mente di Dio; il più delle volte infatti, la realtà non è come la immaginiamo noi, ma è secondo un mistero che si nasconde ai superbi e si rivela agli umili.
Il tempo della crisi
Arrivano allora giorni in cui le cose cambiano e si entra in un tempo di crisi. La prima sorpresa di questa crisi è scoprire di aver speso tutto e di non avere più risorse. A volte questo accade anche sul piano materiale, ma il più delle volte a essere esaurite sono le risorse spirituali. Si è provato tutto e non si sa più che esperienza fare per dare gusto e senso alla propria vita; anche se si possiedono tutti i beni di questo mondo, l'anima si ritrova desolata, afflitta, infelice. La seconda sorpresa è questa: pur essendo esaurite le risorse, non si è tuttavia esaurito il desiderio di felicità e la necessità di dare un senso alla propria vita.
È a questo punto che si incomincia a patire la fame e la sete, fame e sete per qualcosa di nuovo e di diverso a cui non si sa dare un nome, fame e sete per una felicità a lungo inseguita, ma mai raggiunta. Il Signore dice inoltre che in quel paese venne una grande carestia, che è come dire: la fame e la sete affliggevano tutti gli abitanti di quel lontano paese. Infatti, lontani da Dio tutti si ritrovano, prima o poi, a patire il disagio causato dal non senso della vita e dalla mancanza di beni che è possibile trovare solo nella casa di Dio.
La consapevolezza che il disagio è generale, e riguarda tutti gli abitanti del paese, rende la situazione ancora più drammatica. Se infatti l'esaurimento delle risorse riguardasse esclusivamente il proprio caso, si potrebbe pensare che si tratti di un momento di depressione passeggero, vedendo poi gli altri prosperi e felici sarebbe naturale sperare nel loro aiuto, la carestia invece esclude questa possibilità, come a dire che è impossibile sperare di ricevere un aiuto che illumini, ridia senso ed energie alla propria vita da quanti vivono lontani da Dio.
Può tuttavia accadere che, non sapendo più dove sbattere la testa, si cerchi comunque aiuto presso qualche abitante di quella regione. Il risultato è però piuttosto umiliante e deludente, la soluzione che viene proposta è infatti quella di chi ti dice: "Se vuoi toglierti la fame, vai a pascolare i porci". Coloro che vivono lontano da Dio, infatti, non vedono soluzioni se non nella parte fisica o animale dell'uomo, quanto poi riescono a proporre non è il massimo della nobiltà e dell'eleganza, così, una soluzione che non è la soluzione non riesce a risolvere un gran che, e il figlio, nonostante i suoi sforzi, continua ad aver fame.
È questa la situazione di molti che, essendo caduti per vari motivi in una crisi profonda e trovandosi in gravi necessità, vagano di qua e di là in cerca di qualcuno che li aiuti, senza però trovare chi riesca a risolvere veramente il loro problema. Così, c'è chi va in cerca e si affida a uno specialista famoso, poi lo cambia e prova con un altro, in seguito prova con una terapia di gruppo, oppure cerca conforto partecipando a iniziative di varia natura e serietà. Altri si affidano ai consigli di amici e conoscenti tra i quali c'è sempre chi sa consigliare una bella vacanza, un bel viaggio, o magari di mangiare di più, di divertirsi di più, o di non prendersela tanto, in fondo, non bisogna pretendere troppo dalla vita.
Tutti questi tentativi, o altri simili, hanno un aspetto in comune, quello di tentare di risolvere con mezzi naturali o umani un problema la cui soluzione è di ordine soprannaturale. Ci si può intestardire fin che si vuole, ciò che Dio solo può risolvere non lo possono risolvere gli uomini. Forse proprio questo aspetto vuole sottolineare la parabola quando dice che il figlio avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava, e di conseguenza la fame rimaneva. Da certe situazioni infatti, per quanto ci si dia da fare, nonostante gli sforzi più eroici, con le sole risorse umane non c'è verso di uscire.
Possiamo considerare anche un altro aspetto nell'impossibilità del figlio di saziarsi con le carrube dei porci. Dice la parabola che lui sarebbe anche stato disposto a nutrirsi con quel cibo pur di trovare un rimedio alla sua fame, ma nessuno gliene dava, ossia il suo desiderio trovava degli impedimenti. Allo stesso modo può capitare che chi si trova nella necessità di nutrire in qualche modo i giorni grigi e noiosi della propria esistenza, si senta a un certo punto talmente affamato da essere disposto ad andare in cerca di gusti e piaceri da porci; ma può anche accadere che l'attuazione di questa intenzione sia in qualche modo stranamente ostacolata e resa difficile, e se nel cuore è rimasto un residuo di ragionevolezza e di timor di Dio, questi ostacoli possono contribuire a evitare un abbrutimento estremo. Con il tempo è poi possibile scorgere in queste circostanze la mano misericordiosa della Provvidenza.
Quanto detto vale anche per coloro che, trovandosi in gravi difficoltà e necessità, sono tentati di risolvere i loro problemi ricorrendo a mezzi decisamente illeciti come il ricorso a imbrogli, furti, associazioni criminali, guaritori, maghi, cartomanti... Se decidono di non dare ascolto ai richiami della coscienza o di qualche circostanza esterna, cadranno dalla padella nella brace con il rischio di compromettere irrimediabilmente la situazione.
La crisi come occasione favorevole
La parabola mostra però come da una situazione di disagio estremo e di fallimento totale sia possibile intraprendere un diverso e migliore cammino. Il figlio infatti rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza... Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Vediamo così che le situazioni più disperate e senza vie d'uscita, possono diventare un'occasione favorevole per un decisivo rinsavimento; tale rinsavimento consiste nella decisione di voler riallacciare i rapporti con Dio. Molto spesso si fa strada la decisione di chiedere esplicitamente l'aiuto di Dio proprio quando si tocca il fondo, quando uno non ce la fa più, quando si è sperimentata l'inadeguatezza e l'impotenza di ogni soluzione umana. Chiedere aiuto a Dio è già iniziare il cammino di ritorno verso la casa del Padre.
Questa decisione è anche favorita dal confronto fra l'infelice situazione in cui uno si trova e i salariati della casa del padre i quali hanno pane in abbondanza; il padre cioè ha un cuore e risorse tali, da far contenti quanti lavorano in casa sua. Questi salariati suggeriscono inoltre che la testimonianza dei cristiani autentici, può contribuire significativamente a orientare la scelta di chi, lontano, medita il ritorno a casa.
Deciso dunque a ritornare dal padre per sfuggire a una sicura morte per fame, nel figlio si fa anche strada la consapevolezza di aver peccato contro il Cielo e contro di lui, ossia di aver ferito con i suoi comportamenti l'amore del padre, è allora disposto a subire una giusta punizione, ossia di venir trattato non più come figlio, ma come servo.
Le conseguenze dolorose del peccato
L'espressione usata dal figlio: Ho peccato contro il Cielo e contro di te, ci invita a riflettere sulle ripercussioni del peccato nei confronti di Dio e nei confronti dei fratelli.
Quando non diamo a Dio il culto, l'onore, l'adorazione che gli sono dovuti, quando non pensiamo a Lui con affetto, quando non cerchiamo di crescere nella sua conoscenza e nel suo amore, quando non gli rendiamo grazie e, peggio ancora, quando gli voltiamo le spalle, dovrebbe essere abbastanza chiaro che lo offendiamo nel suo amore, ossia che pecchiamo contro di Lui. Ma pecchiamo sempre contro di Lui anche quando manchiamo di carità verso qualsiasi nostro fratello, e questo avviene secondo due aspetti: prima di tutto perché il dovere di amare gli altri come amiamo noi stessi, anzi, di amare gli altri come Dio stesso li ama, è un comandamento di Dio e quindi, se lo trascuriamo e lo infrangiamo, ci mettiamo in aperto contrasto con la sua volontà, ma soprattutto perché quel padre, quella sorella, quell'amico, quello sconosciuto che noi offendiamo, sono infinitamente amati da Dio e l'offesa fatta a uno qualsiasi dei suoi figli ha una ripercussione dolorosa anche nel suo cuore. È come quando una madre vede suo figlio subire una qualunque offesa, il suo cuore non può non partecipare alla sua pena.
L'ultima parte del proposito del figlio, manifesta la disponibilità a subire un giusto castigo in riparazione alle offese recate a Dio e a suo padre. Ogni autentica conversione e ogni autentico pentimento devono essere caratterizzati dal desiderio di rimediare in qualche modo al male che si è fatto agli altri con i propri comportamenti, se mancasse questo desiderio sarebbe segno che non c'è pentimento, o che il pentimento non è autentico, e quindi non ci potrebbero essere ne perdono, ne vera riconciliazione.
Diventare visibili agli occhi di Dio
Quando era ancora lontano il padre lo vide, ed è come se noi diventassimo visibili agli occhi di Dio nel momento in cui si concretizza nel cuore il desiderio di ritornare a Lui, mentre fin tanto che questo desiderio è assente, è come se fossimo invisibili ai suoi occhi. Questo significa che, se Dio non ci vede, non può neanche venire in nostro soccorso, al contrario, il più piccolo e debole atto di carità o di pentimento, ci rende visibili ai suoi occhi e ha il potere di commuovere e rallegrare il suo cuore, perché può finalmente scorgere in questi atti l'inizio di un cammino verso una piena risposta alle iniziative del suo amore. Allora anche Lui si mette in cammino e ci viene incontro con il soccorso della sua grazia, per sostenere e rinvigorire la carità e i buoni propositi che ha visto nascere in noi, dice infatti la parabola che: Commosso gli corse incontro.
L'esperienza della misericordia
Le parole che seguono mostrano poi la sorprendente esperienza che attende coloro che, carichi del loro fallimento, della loro impotenza e del loro peccato, giungono infine nei pressi della casa del padre. Quanto li attende è l'esperienza di un'accoglienza, di una misericordia e di un perdono al di la di ogni aspettativa; il padre infatti gli si gettò al collo e lo baciò. Perché questa esperienza possa aver luogo bisogna però che il desiderio di tornare a Dio dia prova di autenticità e solidità. Nella parabola questa prova è rappresentata dal lungo cammino che il figlio ha dovuto percorrere per ritornare alla casa paterna. In questo cammino, tanto più lungo quanto più lontano era voluto andare, il figlio ha dovuto superare le tentazioni della stanchezza, dello scoraggiamento, e quella di fermarsi per qualunque motivo a metà strada.
È questo un invito a non scoraggiarci se Dio non risponde subito alla nostra richiesta di aiuto, se perseveriamo e speriamo fermamente in Lui solo, quando avrà visto la sincerità e la solidità delle nostre intenzioni allora prontamente correrà verso di noi, ci abbraccerà e ci farà sentire la dolcezza del suo amore; allora ci stupiremo e meraviglieremo di essere trattati con tanta benevolenza. Il figlio infatti pensa che i suoi comportamenti meriterebbero ben altra reazione, invece, nonostante il suo voltafaccia, nonostante le sue insensibilità e testardaggini, nessuna vendetta, nessun risentimento da parte del padre, ma solo amore, anzi, una manifestazione d'amore così travolgente da lasciare senza parole.
Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa. Ma perché tanta festa? Perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. Tanto serio e tanto grave è il pericolo a cui va incontro chi si allontana da Dio, il pericolo di una morte e di una perdizione eterni. Allora, quando come per miracolo uno sfugge a una simile sciagura, come non rallegrarsi, come non far festa?
L'amore del Padre che si sperimenta è poi tanto grande e tanto sorprendente che uno stenta a credere di essere oggetto di tanta benevolenza; com'è possibile che questo capiti ad un peccatore come me? A uno che ha sbagliato tutto, a uno che non sa più dove sbattere la testa, a uno che si rende conto di aver fatto soffrire gli altri per tanto tempo, e troppe volte ha trasgredito i comandamenti di Dio? Eppure, nonostante tutto, ci si rende conto che solo un amore così può risanare ogni piaga, guarire ogni malattia, illuminare ogni tenebra, ridare vita, speranza, e perdonare ogni peccato. Allora, non rimane che abbandonarsi stupiti e riconoscenti alle iniziative del Padre.
Processo di rinnovamento
Queste iniziative sono ordinate a rimettere a nuovo il figlio perduto, così che possa partecipare dignitosamente alla festa che si sta preparando per lui. La prima fase di questo rinnovamento consiste nell'essere rivestiti con il vestito nuovo, ma per far questo è ovvio che prima bisogna lasciarsi togliere il vestito vecchio, poi venir lavati, rivestiti e infine profumati. Non è inutile chiedersi quali potrebbero essere i significati di queste operazioni.
Quando ci si allontana da Dio e si vive a lungo in un paese straniero, succede che a poco a poco uno aderisca ai modi di pensare e di agire degli abitanti di quel paese, così, come l'abito riveste il proprio corpo e vi aderisce, allo stesso modo i pensieri ed i comportamenti di coloro che vivono senza Dio rivestono ed impregnano intimamente quanti hanno deciso di vivere in mezzo a loro. Ma per entrare nella casa del Padre è evidente che bisogna venir rivestiti con un altro abito, bisogna cioè aderire ai pensieri di Dio ed imitare i suoi comportamenti.
La prima cosa da fare è dunque quella di spogliarsi dell'abito vecchio e logoro acquistato in terra straniera; questo equivale a rinnegare la mentalità del mondo, i suoi modi di giudicare, di agire, la sua scala di valori. Dobbiamo però notare che questa operazione è compiuta mediante la collaborazione dei servi, dice infatti il padre: Portate qui il vestito più bello e rivestitelo. Questo significa che non è possibile spogliarsi della mentalità del mondo da soli, ma a questo scopo è indispensabile l'aiuto dei servi, ossia dei cristiani i quali, con il loro esempio, la loro parola, e le loro preghiere, aiutano chi ritorna a Dio ad abbandonare i pensieri, i comportamenti e le abitudini incompatibili con i pensieri e i modi di Dio, ossia con le esigenze dell'amore.
Tra queste incompatibilità, ce ne sono alcune che penetrano nell'anima in maniera più intima e profonda così come il fango e la polvere aderiscono più intimamente del vestito alla persona; di qui la necessità del lavaggio, ossia di un processo di purificazione tendente a eliminare le impurità e le imperfezioni che, penetrate più a fondo, formano quasi un tutt'uno con la nostra anima.
Proviamo a fare qualche esempio. Quando uno decide di non vivere più come se Dio non ci fosse, è come se si spogliasse di un abito vecchio e la cosa, anche per l'aiuto dei fratelli, può essere relativamente facile, ma quando si tratta di rinunciare alla propria volontà, o a considerare il proprio io al centro del mondo, quando si tratta di rinunciare alla superbia, all'invidia, a certi punti di vista ai quali si è molto legati, alla malevolenza o all'antipatia verso persone che stanno particolarmente sui nervi, la cosa diventa un pochino più difficile, proprio perché queste impurità aderiscono in modo più intimo alla nostra anima. Quando poi chi ritorna a Dio incomincia a mettere in pratica i comandamenti fondamentali dell'amore di Dio e del prossimo, è come se si rivestisse di un abito nuovo, dell'abito che gli consentirà di non sfigurare nella casa del Padre, dove non può entrare chi non sa muoversi in armonia con le esigenze della carità.
Il profumo poi è la figura di ogni atto virtuoso, o di ogni atto di bontà, nel momento in cui diffonde sollievo e consolazione in mezzo ai fratelli. A questo proposito San Paolo si rallegra che i cristiani, partecipando al trionfo di Cristo, diffondono il profumo della sua conoscenza nel mondo intero (2Cor 2, 14). Conviene inoltre notare che il padre ordina di portare il vestito più bello, per indicare che la sua intenzione è di rivestire i suoi figli con l'abito delle virtù più preziose, vuole cioè renderli capaci di compiere atti di carità particolarmente pregiati. Dopo il vestito, al figlio viene infilato l'anello. Gli viene cioè restituita la dignità che aveva perduta vivendo da dissoluto in un paese straniero. Ma l'anello è anche il segno dell'amore con il quale il padre vuole legare indissolubilmente a sé il figlio, e questo anello glielo può dare proprio perché ha accettato di rivestirsi dell'abito della carità.
L'ultimo atto del rinnovamento consiste nell'indossare un paio di sandali nuovi. Un possibile significato dell'operazione potrebbe essere il seguente: come abbiamo visto, lontano dalla casa paterna il figlio era giunto a un punto tale da non saper più dove sbattere la testa, a non avere più prospettive, perché la sua vita non aveva più alcuna meta, ed è come se non avesse più saputo dove dirigere i suoi passi; ora, i sandali nuovi è come se mettessero di nuovo il figlio in grado di camminare speditamente, il padre cioè apre al figlio una nuova prospettiva, gli indica nuovamente una meta verso la quale tendere e, donandogli i sandali, gli dona anche i mezzi per raggiungerla. Questa meta è poi la festa con la musica e le danze, festa in cui si mangerà il vitello grasso e tutti sono invitati a gioire e rallegrarsi. La festa sta ad indicare quella pienezza di vita e di felicità che il figlio aveva a lungo cercato, ma che mai era riuscito a trovare, e ora scopre che avrebbe dovuto cercare questi beni proprio in quella casa da cui aveva voluto allontanarsi.
Così, a tutti coloro che ritornano a Dio è dato sapere dov'è il luogo della gioia e della festa, la loro vita non è più senza scopo e senza senso, con l'aiuto e la compagnia dei fratelli possono ormai camminare verso quella casa dove sanno di trovare un giorno la loro beatitudine eterna.
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26-11-2023 - Verrà nella gloria (Mt 25, 31-46)
A separare le pecore dalle capre
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19-11-2023 - Il talento nascosto (Mt 25, 14-30)
Chi lo nasconde sarà Gettato fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti
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12-11-2023 - Stoltezza e saggezza (Mt 25, 1-13)
Il saggio si salva e lo stolto si perde
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05-11-2023 - L’ipocrisia al potere (Mt 23, 1-12)
E l'antidoto indicato da Gesù
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29-10-2023 - I due comandamenti (Mt 22, 34-40)
Non siamo stati noi ad amare Dio
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22-10-2023 - Dare a Dio e a Cesare (Mt 22, 15-21)
A cesare i tributi e a Dio il cuore
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15-10-2023 - Un invito rifiutato (Mt 22, 1-14)
E le sue conseguenze...
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08-10-2023 - La follia umana... (Mt 21, 33-43)
E quella divina...
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01-10-2023 - Facili parole... (Mt 21, 28-32)
Cosa significa: Lavorare nella vigna?
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24-09-2023 - Operai dell'ultima ora (Mt 20, 1-16)
La fortuna di avere un padrone "ingiusto"
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17-09-2023 - Siamo debitori (Mt 18, 21-35)
Ciascuno di noi è un debito vivente nei confronti di Dio
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10-09-2023 - Se il tuo fratello commetterà una colpa (Mt 18, 15-20)
Gesù non sta parlando ai semplici fedeli, e la colpa non è contro il singolo fedele
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03-09-2023 - Un malinteso ricorrente (Mt 16, 21-27)
I nostri pensieri e quelli di Gesù il più delle volte sono in conflitto
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27-08-2023 - Discepoli sotto esame (Mt 16, 13-20)
Interrogati su Gesù
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20-08-2023 - Una donna che ha capito (Mt 15, 21-28)
Il cuore di Gesù
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13-08-2023 - Tempesta sul lago (Mt 14, 22-33)
E Colui che può placarla
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06-08-2023 - La trasfigurazione (Mt 17, 1-9)
Per quelli che seguono Gesù sul monte
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30-07-2023 - Tesori nascosti (Mt 13, 44-52)
Che attendono di essere scoperti
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23-07-2023 - Un nemico ha fatto questo (Mt 13, 24-43)
Se c'è un nemico, c'è anche qualche pericolo
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16-07-2023 - Il seme e il terreno (Mt 13, 1-23)
Che cosa ci comunica la Parola di Dio?...
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09-07-2023 - Cose nascoste ai sapienti (Mt 11, 25-30)
Ma rivelate ai piccoli
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02-07-2023 - Perdere e trovare la vita (Mt 10, 37-42)
Un'offerta scontata da non perdere
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25-06-2023 - Non abbiate paura (Mt 10, 26-33)
Se non di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo
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18-06-2023 - Pecore senza pastore (Mt 9, 36 - 10, 8)
La disgrazia di non avere un pastore
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11-06-2023 - Chi mangia me vivrà per me (Gv 6, 51-56)
E io lo risusciterò nell'ultimo giorno
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04-06-2023 - Dio ha tanto amato il mondo (Gv 3, 16-18)
Ma il mondo come risponde all'amore di Dio?...
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28-05-2023 - Un dono per discernere (Gv 20, 19-23)
Il peccatore che non può essere perdonato
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21-05-2023 - Andarono sul monte... (Mt 28, 16-20)
E videro Gesù risorto
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14-05-2023 - Se mi amate osserverete... (Gv 14, 15-21)
Perseverare nell'amore non è scontato per nessuno
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07-05-2023 - Non sia turbato il vostro cuore (Gv 14, 1-12)
Parole per coloro che sono turbati dal Mistero delle Tenebre
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30-04-2023 - Non capirono di che cosa parlava loro (Gv 10, 1-10)
Ciò che succede spesso anche a noi
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23-04-2023 - Lungo il cammino Gesù si fa vicino (Lc 24, 13-35)
E prepara la sua manifestazione
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16-04-2023 - Dal timore alla gioia (Gv 20, 19-31)
Solo Gesù può operare questo passaggio
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09-04-2023 - Un sepolcro vuoto (Gv 20, 1-10)
Perché hanno portato via il Signore o perché è risorto?...
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02-04-2023 - Cristo crocifisso e risorto (Mt 26, 14-27, 66)
Agnello immolato fin dalla fondazione del mondo
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26-03-2023 - La La risurrezione di Lazzaro (Gv 11, 1-45)
Figura della risurrezione di Gesù
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19-03-2023 - La guarigione del cieco nato (GV 9, 1-41)
Uno strano modo di guarire
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12-03-2023 - Dammi da bere (Gv 4, 5-42)
L'acqua che ha in mente Gesù e quella che abbiamo in mente noi
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05-03-2023 - Gesù trasfigurato (Mt 17, 1-9)
La gloria per cui siamo fatti
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26-02-2023 - Le tentazioni di Gesù (Mt 4, 1-11)
E la tentazione dei progenitori
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19-02-2023 - Fu detto, ma io vi dico (Mt 5, 38-48)
Amare come Gesù ama
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12-02-2023 - Sono venuto a dare compimento (Mt 5, 17-37)
Gesù è il compimento della legge
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05-02-2023 - Sale e luce (Mt 5, 13-16)
Il rischio di perdere sapore e di diventare tenebra
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29-01-2023 - Gesù salì sul monte (Mt 5, 1-12a)
E proclama le beatitudini
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22-01-2023 - A Cafarnao (Mt 4, 12-23)
Gesù chiama quattro fratelli
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15-01-2023 - Ecco l'Agnello di Dio (Gv 1, 19-34)
Colui che toglie il peccato del mondo!
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08-01-2023 - Gesù è battezzato da Giovanni (Mt 3, 13-17)
Perché conviene adempiere ogni giustizia
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01-01-2023 - Maria madre di Dio (Lc 2, 16-21)
I paradossi di Dio rischiano di non dirci nulla
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25-12-2022 - La luce splende nelle tenebre (Gv 1, 1-18)
Una gioia è promessa a coloro che sono oppressi dalle tenebre
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18-12-2022 - La prova dell’uomo giusto (Mt 1, 18-24)
Giuseppe può comprendere e aiutare chi è nella prova
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11-12-2022 - Sei tu colui che deve venire? (Mt 11, 2-11)
Quando non si comprende l'agire di Dio
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04-12-2022 - Giovanni Battista (Mt 3, 1-12)
Il profeta di cui avremmo bisogno
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27-11-2022 - La venuta del Figlio dell'uomo (Mt 24, 37-44)
Ci sono quelli che l'attendono e quelli che l'ignorano
- ----- Inizio Anno A ↑ -----
- ----- Fine Anno C ↓ -------
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20-11-2022 - La festa di Cristo Re (Lc 23, 35-43)
Perché ha compiuto una grande impresa
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13-11-2022 - Gesù profeta di sventure (Lc 21, 5-19)
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita
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06-11-2022 - Gesù risponde ai Sadducei (Lc 20, 27-38)
Alcuni aspetti della vita futura
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30-10-2022 - Zaccheo incontra Gesù (Lc 19, 1-10)
E la sua vita cambia
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23-10-2022 - Giusti o ingiusti (Lc 18, 9-14)
A noi decidere da che parte stare
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16-10-2022 - Gridare giorno e notte (Lc 18, 1-8)
Per essere prontamente esauditi
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09-10-2022 - Il grido a cui Gesù risponde (Lc 17, 11-19)
Ma noi non sappiamo gridare
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02-10-2022 - Non abbiamo fede (Lc 17, 5-10)
Neanche quanto un granello di senape
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25-09-2022 - Delitto e castigo (Lc 16, 19-31)
Il ricco gaudente uccide sia sé stesso, sia Lazzaro
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18-09-2022 - Una strana parabola (Lc 16, 1-13)
L'amministratore disonesto lodato per la sua astuzia
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11-09-2022 - Peccatori e pubblicani o scribi e farisei? (Lc 15, 1-10)
L'inevitabile scelta
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04-09-2022 - Impossibili imprese (Lc 14 25-33)
La costruzione della torre e la guerra dei re
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28-08-2022 - Umiltà radicale (Lc 14, 1. 7-14)
Dell'ultimo posto che nessuno vuole
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21-08-2022 - Due possibili esiti (Lc 13, 22-30)
Ognuno sceglie liberamente dove andare
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14-08-2022 - Fuoco sulla terra (Lc 12, 49-53)
E noi vorremmo che il fuoco non bruci
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07-08-2022 - Beato chi rimane sveglio nella notte (Lc 12, 35-40)
Non si troverà con la casa scassinata
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31-07-2022 - La ricerca della ricchezza (Lc 12, 13-21)
Quella che dura e quella che non dura
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24-07-2022 - La via angusta della preghiera (Lc 11, 1-13)
Ciò che accade a un discepolo che prega
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17-07-2022 - La parte che non sarà tolta (Lc 10, 38-42)
E quella che dovrà essere tolta
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10-07-2022 - Fa' questo e vivrai (Lc 10, 25-37)
Non una vita qualunque, ma quella di Dio stesso
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03-07-2022 - È vicino a voi il Regno di Dio (Lc 10,1-12. 17-20)
Alcuni accolgono il suo Re, altri lo respingono
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26-06-2022 - Un amore esclusivo (Lc 9, 51-62)
E le sue esigenze
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19-06-2022 - Ho ricevuto quello che vi ho trasmesso (1Cor 11, 23-26)
Ciò che solo un amore folle può fare
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12-06-2022 - Non siete capaci di portarne il peso (Gv 16, 12-15)
Il peso della gloria a cui siamo chiamati
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05-06-2022 - Un'impresa trinitaria (Gv 14, 15-16. 23b-26)
Amare come Gesù ama
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29-05-2022 - Di questo voi siete testimoni (Lc 24, 46-53)
Uno di questi è padre Kolbe
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22-05-2022 - Se uno mi ama... (Gv 14, 23-29)
Ascoltare le parole e osservare la parola
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15-05-2022 - L’impossibile comandamento (Gv 13, 31-33A. 34-35)
La soluzione di Teresina di Lisieux
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08-05-2022 - Il buon pastore (Gv 10, 27-30)
E il cattivo pastore
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01-05-2022 - Quella notte non presero nulla (Gv 21, 1-14)
La via stretta del fallimento
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24-04-2022 - Per timore dei Giudei (Gv 20, 19-31)
Un timore giustificato
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17-04-2022 - Il mistero della risurrezione di Gesù (Gv 20, 1-9)
Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti
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10-04-2022 - Il mistero della passione di Gesù (Lc 22, 14-23, 56)
Ossia, della creatura che uccide il suo Creatore
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03-04-2022 - L’adultera perdonata (Gv 8, 1-11)
Figura dell'umanità che tradisce il suo Dio
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27-03-2022 - Il figlio prodigo (Lc 15, 11-32)
La festa dopo la grande impresa
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20-03-2022 - Se non vi convertite, perirete (Lc 13, 1-9)
La causa profonda delle tragedie
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13-03-2022 - La trasfigurazione di Gesù (Lc 9, 28b - 36)
Destinati alla gloria dell'intimità con Dio
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06-03-2022 - Gesù è tentato nel deserto (Lc 4, 1-13)
Il mistero della tentazione
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27-02-2022 - L’occhio, la trave e la pagliuzza (Lc 6, 39-45)
Diventare come il Maestro
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20-02-2022 - La carità fraterna (Lc 6, 27-38)
Illusioni e realismo
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13-02-2022 - Le beatitudini (Lc 6, 17. 20-26)
I tesori che non sappiamo di avere
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06-02-2022 - La pesca miracolosa (Lc 5, 1-11)
Un lavoro in due tempi
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30-01-2022 - Tentativo di deicidio (Lc 4, 21-30)
Annuncio di ciò che accadrà
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23-01-2022 - Gesù nella sinagoga di Nazaret (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)
Annuncia la sua missione
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16-01-2022 - Le nozze di Cana (Gv 2, 1-11)
Una miracolosa trasformazione che ci riguarda
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09-01-2022 - Il battesimo di Gesù (Lc 3, 15-16. 21-22)
Figura di ciò che ci attende
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02-01-2022 - La luce splende nelle tenebre (Gv 1, 1-18)
E le tenebre non l’hanno vinta ...
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26-12-2021 - Gesù ritrovato nel tempio (Lc 2, 41-52)
Quando i santi non comprendono
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19-12-2021 - Maria visita Elisabetta (Lc 1, 39-45)
Figura della sollecitudine di Dio per ogni uomo
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12-12-2021 - Battesimo con l’acqua e con il fuoco (Lc 3, 10-18)
Perché l'uomo possa partecipare al banchetto
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05-12-2021 - Il grido del profeta (Lc 3, 1-6)
Perché l'uomo ritorni sulla retta via
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28-11-2021 - Un nuovo anno liturgico
Per cercare di comprendere il progetto di Dio
- ----- Inizio Anno C ↑ -------
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21-11-2021 - Cristo Re
Re che muore per salvare il suo popolo
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14-11-2021 - I tempi della fine
Quando non si può più mentire
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07-11-2021 - La vedova di Sarèpta
La desolazione di chi ha perso l'amore
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31-10-2021 - Oltre i comandamenti
Lo sguardo di Gesù
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24-10-2021 - Bartimeo, cieco e mendicante
Sperare contro ogni speranza
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17-10-2021 - Il grande Incompreso
La gloria secondo Dio e secondo noi
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10-10-2021 - Il giovane ricco e noi
Dio non ci ama per scherzo, dona tutto e chiede tutto
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03-10-2021 - Se non diventerete come i bambini
Diventare piccoli perché Dio possa farci grandi
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26-09-2021 - Idee ristrette
I nostri pensieri e quelli di Dio
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19-09-2021 - Il rischio di non voler comprendere
Quando Gesù ci interpella sul mistero del peccato
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12-09-2021 - Chi è Gesù?...
Un mistero non accessibile alle sole forze umane
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05-09-2021 - Un caso di malattia incurabile
Che relazione c'è fra il sordomuto e noi?
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29-08-2021 - Osservare le regole per nascondere scomode verità
Da chi vogliamo essere salvati: dalle "regole" o da Gesù?
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22-08-2021 - Il rischio di abbandonare Gesù
Se non diventerete come i bambini...
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15-08-2021 - La Donna vestita di sole e il Drago rosso
Lo stridente contrasto da cui non conviene distogliere lo sguardo
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08-08-2021 - Quando l’uomo di Dio non ne può più…
Ciò che può accadere a ognuno di noi
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01-08-2021 - Come dall’Egitto alla Terra Promessa
"Fare" o "lasciarsi fare"?
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25-07-2021 - Il segno della moltiplicazione dei pani
Il pane prodotto dagli uomini e quello donato da Dio
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18-07-2021 - Come pecore senza pastore
Similitudine e diversità con la situazione attuale
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11-07-2021 - Perché esiste tutto ciò che esiste?
Un progetto folle
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07-07-2021 - L'inevitabile tempesta
Il grido di Pietro quando affonda
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04-07-2021 - Il profeta Ezechiele, Gesù e noi
Il profeta inviato a una genìa di ribelli...
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27-06-2021 - L'emorroissa e la figlia di Giàiro
Due episodi utili a comprendere ciò che stiamo vivendo
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03-01-2021 - Quando è nato Gesù?… Riflessioni affettive
Circola la voce che Gesù non sia nato il 25 dicembre!
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11-06-2020 - Dio punisce o non punisce?…
È più buono un Dio che punisce o un Dio che non punisce?
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09-08-2018 - Buona o cattiva Novella?!...
Perché ad annunciare Gesù si rischia la vita?...
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02-01-2018 - Pensieri sul Natale
Per Gesù, Giuseppe e Maria non c'è posto fra gli uomini...
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26-12-2017 - Auguri di Natale
Perché gioire a Natale?!... Perché Gesù nasce in una stalla?!...
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18-01-2017 - L'enfer c'est les autres
Se l'inferno sono gli altri è perché la possibilità dell'inferno è anche nel nostro cuore...
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07-02-2016 - Giustizia e Misericordia
Qual è la condizione necessaria per ottenere misericordia?...
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28-06-2015 - Il mistero della Sindone e noi...
Le vicende della nostra vita terrena lasciano impressi, come sulla Sindone, dei segni di difficile comprensione.
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28-06-2015 - Perché il vangelo non ci dice niente?!... (Gv 3, 16-21)
Benedetti o maledetti?!...
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02-10-2014 - Parabola dei chiamati a lavorare nella vigna (Mt 20, 1-16)
Sintesi - L'ingiustizia di Dio è la nostra fortuna!!!
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21-01-2013 - Fuga e lotta con Dio ... 2/2
Una via più lunga e una più breve ...
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18-11-2012 - Fuga e lotta con Dio ... 1/2
Chi è più credibile? ...
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16-07-2011 - Il gioco disonesto della menzogna
E' naturale credere vera qualsiasi affermazione, ma ...
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02-05-2011 - Credenti o creduloni?...
L'inevitabilità dell'atto di fede - Diventarte credibili
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03-03-2011 - Come nei romanzi gialli ...
Analogie con la ricerca della felicità
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Ultimo aggiornamento 09-01-2024
Meditazione sul libro di Giobbe (Capitoli: 1-42)
La santità di Giobbe - Un principio di giustizia violato - Le due fasi della prova di Giobbe - La protesta di Giobbe - Gli amici di Giobbe - L’inizio di una disputa infuocata - La paura di Dio - Come può essere giusto un uomo davanti a Dio? - Giobbe fa saltare i nervi ai suoi amici ...
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Il perdono che non può essere concesso (Gv 20, 22-23)
A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi - che cos'è il peccato? - scoperta di alcuni paradossi - l'abominio del peccato originale - l’appuntamento a cui non possiamo mancare
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - IIa parte
Il bisogno di amare - poco e molto, storia in due tempi - le paure del servo malvagio - l’oscuramento della ragione - Dio non ci chiede più di quanto possiamo dare - chi è umile accetta di farsi aiutare - la possibilità della perdizione - tentativo di riflessione sull’inferno - come evitare la perdizione
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - Ia parte
Un compito difficile - Ciò che non vorremmo sentire - Il rischio di un malinteso - Cosa si aspetta il padrone dai suoi servi - Il problema del vero bene dell’uomo - Prima il poco, poi il molto
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La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro
Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...
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Le riche épulon et le pauvre Lazare
Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...
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Come mai questo tempo non sapete valutarlo?
Difficoltà di valutare il senso del tempo - Un compito troppo difficile - L’invito inascoltato - L’inevitabile combattimento.
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Aprì loro la mente per comprendere le scritture
Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.
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Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.
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Gesù esamina Pietro sull'amore
Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 2
Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 1
Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.
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Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)
Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...
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La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)
Difficoltà di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.
Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.
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