Meditazioni sul Vangelo

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Se mi amate osserverete... (Gv 14, 15-21)

 Se mi amate

Durante la cena che precede la Passione del Signore il clima è particolarmente solenne; i gesti, le parole, e lo sguardo di Gesù, esprimono l’amore del Maestro che, prima di separarsi dai suoi per salire al Padre suo (Gv 20, 17), lascia ai discepoli gli ultimi insegnamenti. Questi sono particolarmente elevati e di difficile comprensione, non è possibile comprenderli senza un particolare aiuto dello Spirito Santo, per questo Gesù promette: Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Gv 14, 26). Sant’Agostino, commentando quanto dice Gesù nell’ultima cena, sente il bisogno di avvertire i suoi ascoltatori: “Dirò quello che posso, capisca chi può. Colui che aiuta me a parlare aiuterà voi a capire, e aiuterà almeno a credere chi non riuscirà a capire”.

Che significa: Se mi amate?

Troviamo una prima difficoltà nelle parole: Se mi amate, osserverete i miei comandamenti… e anche più avanti Gesù dirà: Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me (Gv 14, 27). Che significa: Se mi amate? Forse che i discepoli a cui parlava non lo amavano? Non avevano lasciato tutto per seguirlo? Non erano addirittura disposti a morire per lui: Andiamo anche noi a morire con lui! (Gv 11, 16)? Inoltre, un altro segno del loro amore era proprio la tristezza per la sua prossima dipartita. È poi verosimile pensare che già nel corso della vita, e a maggior ragione negli ultimi tre anni, i discepoli abbiano praticato i comandamenti. Perché allora il Signore dice osserverete i miei comandamenti? Anche i comandamenti dati da Mosè sono i suoi comandamenti, in quanto è Dio che li ha dati a Mosè ed è sempre Dio che li ha scritti nel cuore dell’uomo.

Forse, può aiutarci un po’ la seguente considerazione: la vita dello spirito o la vita dell’anima, ha una certa analogia con la vita del corpo, come il corpo di un bambino è destinato a crescere fino al suo pieno sviluppo, così è per la vita dello spirito; la quale non è statica, ma tende a crescere e a perfezionarsi; mentre però il corpo si sviluppa indipendentemente dalle nostre scelte, la vita dell’anima progredisce o regredisce a seconda delle nostre scelte; se decidiamo di scegliere il bene, di cercare tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode (Fil 4, 8), in risposta alle grazie, alle ispirazioni, agli aiuti di varia natura che il Signore mette sul nostro cammino, allora il Signore risponderà a sua volta con un aumento dei suoi doni, finché non sia formato Cristo in voi! (Gal 4, 19). Per questo il Signore dice: Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Come se dicesse, “Siccome già mi amate, se continuerete ad amarmi e a praticare i miei comandamenti, allora il Padre e Io vi manderemo lo Spirito Santo che vi consolerà, vi illuminerà e vi aiuterà a praticarli con maggiore perfezione”. L’amore deve dimostrare di essere vero non solo a parole, ma soprattutto perseverando nell’agire secondo le leggi dell’amore. Perseverare nell’amore del Signore e nella pratica dei suoi comandamenti non è scontato, nel corso della vita normalmente intervengono varie tribolazioni, stanchezze, tentazioni di varia natura che possono raffreddare e spegnere l’amore, possiamo quindi comprendere queste parole come un invito a perseverare nonostante le difficoltà; altrove il Signore dice: Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato (Mt 24, 13).

Obbiezione

S. Agostino solleva inoltre la seguente obbiezione: i discepoli non avrebbero potuto seguire il Signore se non lo avessero amato, ma non avrebbero potuto amarlo se non con l’aiuto dello Spirito Santo, infatti, San Paolo dice che Nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo (1Cor 12, 3), dunque, i discepoli già avevano lo Spirito Santo che operava in loro, come può allora il Signore dire: Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito?… Per poco che ci avviciniamo al pensiero dei Padri della Chiesa e dei Santi dottori, ci rendiamo conto di quanto profondi, complessi e sottili sono gli insegnamenti del Signore nel vangelo di Giovanni; ma dobbiamo anche riconoscere che noi siamo talmente ciechi, insensibili e distratti, che tali insegnamenti non ci toccano e i problemi che comportano nemmeno li vediamo, e così, per la nostra cecità spirituale, non possono agire nella nostra vita; di questa cecità dovremmo preoccuparci un po’ di più, perché non può durare e un giorno dovremo chiaramente vedere: sia l’amore di Dio per noi, sia come noi abbiamo risposto al suo amore; tutti: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Gv 19, 37). Noi trafiggiamo il Signore perché lui ci ama e noi lo trascuriamo; per questo Gesù si lamenta con Santa Margherita Maria Alacoque: “Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini, e non riceve in cambio che ingratitudine e disprezzo”.

All’obbiezione Agostino risponde: “Dobbiamo concludere che chi ama ha lo Spirito Santo, e, avendolo, merita di averlo con maggiore abbondanza, e, avendolo con maggiore abbondanza, riesce ad amare di più. I discepoli avevano già lo Spirito Santo, che il Signore prometteva loro e senza del quale non avrebbero potuto riconoscerlo come Signore; e tuttavia non lo avevano con quella pienezza che il Signore prometteva. Cioè, lo avevano e insieme non lo avevano, nel senso che ancora non lo avevano con quella pienezza con cui dovevano averlo. Lo avevano in misura limitata, e doveva essere loro donato più abbondantemente. Lo possedevano in modo nascosto, e dovevano riceverlo in modo manifesto; perché il dono maggiore dello Spirito Santo consisteva anche in una coscienza più viva di esso… L’importante è tener presente che senza lo Spirito Santo noi non possiamo né amare Cristo né osservare i suoi comandamenti, e che, tanto meno possiamo farlo, quanto meno abbiamo di Spirito Santo, mentre tanto più possiamo farlo quanto maggiore è l’abbondanza che ne abbiamo… Lo Spirito Santo viene promesso, non solo a chi non lo ha, ma anche a chi già lo possiede: a chi non lo ha perché lo abbia, a chi già lo possiede perché lo possieda in misura più abbondante”.

Perché rimanga con voi per sempre

Il Signore, dello Spirito Santo dice ancora: perché rimanga con voi per sempre. Un possibile significato di queste parole potrebbe essere: quando noi perseveriamo nell’amore del Signore e nella pratica dei suoi comandamenti, il nostro amore e la nostra virtù si fortificano e crescono, meritando che lo Spirito Santo sia per noi un dono permanente; infatti, ogni amore, più si fortifica più tende a creare un vincolo indissolubile. Questa legge, o proprietà dell’amore, vale anche se l’amore si volge a qualcosa di diverso da Dio; ora, o si ama il mondo o si ama Dio, più si ama il mondo meno si amano le cose di Dio, se poi si insiste ad amare qualsiasi cosa che non sia Dio, si arriverà a un punto tale da diventare una cosa sola con ciò che si ama; l’amore tende a unire e a unire indissolubilmente, così, a seconda del nostro amore avremo alla fine: Dio o l’inferno.

Spirito della verità

Il Signore qualifica lo Spirito Santo come Spirito della verità, quindi, si può anche dire che la sua opera in noi è di farci desiderare e amare la Verità, ma qual è la verità di cui abbiamo maggiormente bisogno? Quella di sapere che senso ha il nostro esistere, qual è il fine della nostra esistenza e come possiamo raggiungerlo. Noi naturalmente cerchiamo il nostro bene, la verità, la vita, la felicità, ma dove si trovano vita e felicità degne di questo nome? Per quanto facciamo, ci affanniamo e cerchiamo, non possiamo trovare veramente, né un senso, né una felicità, che ci soddisfino pienamente, e questo perché siamo fatti in modo tale che solo Dio può essere l’approdo in cui ogni nostro desiderio trova insperato e beatificante soddisfazione. Lo Spirito della verità non potrà allora che condurci alla Verità che è il senso e il fine della nostra vita, ossia, Gesù; per questo Gesù dice: Lo Spirito Santo mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà (Gv 16, 14).

Quindi, fino a quando opera in noi l’illusione di poter fare a meno di Dio, perché ci bastano i beni che riusciamo a procurarci in vario modo con le nostre industrie e con i nostri affari, finché ci bastano le gioie, le emozioni, le esperienze, che riusciamo a procurarci anche senza Dio, rischiamo di resistere all’azione dello Spirito Santo, che invece cerca di mostrarci l’insufficienza di ogni nostra ricerca di felicità; quella che riusciamo a ottenere non basta mai e prima o poi delude. La resistenza allo Spirito Santo può essere talmente ostinata da rendere inefficace ogni sua iniziativa, per questo il Signore dice: Il mondo non lo può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Il mondo sono coloro che amano solo le cose del mondo, perché solo quelle vogliono a vedere. S. Agostino commenta: “Il mondo quindi non lo può ricevere perché non lo vede né conosce. L’amore mondano, infatti, non possiede occhi spirituali, senza dei quali non è possibile vedere lo Spirito Santo, che è invisibile agli occhi della carne”. Non possono avere occhi spirituali coloro che hanno occhi solo per le cose della terra.

Voi lo conoscete e sarà in voi

Dice inoltre il Signore: Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Qui potrebbe sorgere un’obbiezione simile a quella già sollevata dall’apostolo Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via? (Gv 14, 5), vale a dire: “Signore, a noi non pare proprio di conoscere lo Spirito Santo, come puoi dire: voi lo conoscete?”. Anche in questo caso possiamo servirci dell’osservazione di S. Agostino e dire che in realtà i discepoli conoscono lo Spirito Santo, ma non sanno di conoscerlo, per questo il Signore dice: voi lo conoscete. Infatti, i discepoli erano stati per tre anni insieme al Signore, ma nel Signore lo Spirito Santo abitava in pienezza, quindi il Signore manifestava ai discepoli anche lo Spirito Santo, oltre a manifestare il Padre, quindi, come Gesù ha potuto dire: Chi ha visto me, ha visto il Padre (Gv 14, 9), così può anche dire: “Chi ha visto me, ha visto lo Spirito Santo”; il Signore insegnava e agiva per amore nostro e del Padre, ma l’Amore è un attributo proprio dello Spirito Santo. Parafrasando il pensiero di Agostino potremmo dire: “Lo conoscevano in modo nascosto, e dovevano conoscerlo in modo manifesto”, e così è per noi, più conosciamo Cristo, più conosciamo anche lo Spirito Santo.

Le parole: Egli rimane presso di voi e sarà in voi, potremmo comprenderle in questo modo: lo Spirito Santo anima la Chiesa ed è nella Chiesa, quindi è presso tutti i discepoli che sono nella Chiesa, inoltre sarà in voi in due modi: in un modo imperfetto fin che siamo in questo mondo, e in un modo perfetto quando ogni purificazione ci avrà resi degni di entrare nella casa del Padre (Gv 14, 2).

Che la Santa Vergine ci aiuti a comprendere queste cose, perché suo Figlio sia in noi glorificato.

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Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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