Meditazioni sul Vangelo

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Med. br74

Il buon pastore (Gv 10, 27-30)

L’uomo non è Dio, non è autosufficiente, la sua esistenza e la sua vita dipendono da qualcun altro; un’immagine che riassume questa realtà è quella della pecora e del pastore, l’uomo non è pastore ma pecora e la vita di una pecora dipende dalle cure del pastore; l’uomo per vivere ha bisogno di un pastore, non può farne a meno, è una caratteristica fondamentale della sua condizione di creatura, per quanto faccia, per quanto si illuda non può sfuggire a questa legge. Il dramma dell’uomo e della storia sta nella scelta del pastore, perché l’uomo deve decidere da chi farsi guidare per avere la vita. Le alternative si riducono a due: o l’uomo accetta di lasciarsi guidare da Dio oppure sarà il demonio a guidarlo. Dio guida gli uomini mediante Cristo e Cristo li guida mediante la sua Chiesa, che ha una struttura gerarchica ed è universale; allo stesso modo il demonio guida gli uomini mediante suoi rappresentanti gerarchicamente organizzati, i quali operano tramite potenti organizzazioni internazionali, alcune segrete e altre no, che a parole dicono di volere il bene dell’umanità, ma segretamente lavorano per la sua rovina. Il cuore dell’uomo è il campo di battaglia in cui si affrontano Dio e Satana, questa battaglia si estende così, dall’inizio alla fine, all’intera storia umana.

Purtroppo, gli uomini riflettono poco sulla loro condizione, sui due poteri che operano nell’anima e sull’inevitabile scelta che sono chiamati a fare; assomigliano così a Pilato, il quale dovendo scegliere se essere per Cristo o contro Cristo, ha scelto di non scegliere, si lavò le mani e disse davanti alla folla: «Non sono responsabile di questo sangue; vedetevela voi!» (Mt 27, 24). Ma così facendo ha dovuto inevitabilmente scegliere di cedere alla pressione dei sommi sacerdoti, del sinedrio e della folla manovrata dal sinedrio, così, la sua decisione ultima è stata: Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso (Mt 27, 26). Gesù lo dice: Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde (Mt 12, 30).

Ci sono dunque due voci che costantemente parlano agli uomini e ognuna vuole essere ascoltata, ognuna tende ad assicurarsi la fiducia degli uomini perché si comportino secondo quanto esse propongono e desiderino quanto esse promettono, infatti Gesù dice: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Il sottinteso è: ascoltano la mia voce perché hanno deciso di non ascoltare le voci di altri pastori; ascoltano la mia voce perché credono e desiderano quanto essa promette; mi seguono perché si comportano secondo la mia dottrina; mi seguono vuole inoltre dire che non sono le pecore a stabilire il percorso, l'andatura, su quale pascolo riposare, su quale brucare, quando salire e quando scendere.

Coloro invece che non ascoltano la voce di Gesù necessariamente ascoltano e agiscono secondo la voce del suo nemico, che ha nome Satana, mondo, pensiero gnostico, pensiero materialista, pensiero eretico, pensiero che esalta l’io e le sue voglie: mangiamo, beviamo, divertiamoci fin che possiamo perché poi moriremo… Quest’altra voce dispone di mezzi potentissimi per farsi sentire e bombarda quotidianamente le menti attraverso tutti i mezzi di comunicazione: stampa, televisione, cinema, spettacoli, libri, eventi culturali tendenziosi, ogni mezzo viene impiegato per distogliere l’attenzione dalla voce di Gesù. Alcune caratteristiche della voce del nemico sono: menzogna mascherata da verità, arroganza, ambiguità, indelicatezza, mancanza di rispetto, spudoratezza, ipocrisia, mancanza di trasparenza, esaltazione dell’io, superficialità, discorsi seducenti e vuoti, esaltazione dell’emotività, concentrazione sull’immediato, rimozione di ogni considerazione sul senso della vita, guai a porsi le grandi domande: perché esisto? Chi mi ha dato di esistere? Che sarà di me dopo la morte? Perché sono sempre lacerato fra l’aspirazione alla gioia e la paura del dramma? Perché il male assume a volte aspetti intollerabili?...

È triste vedere che anche i cristiani, e anche i loro pastori sono spesso condizionati da una voce e da un pensiero che non sono di Cristo; ne abbiamo un esempio nei tristi eventi che stiamo attraversando, essi sono per lo più compresi assumendo acriticamente il pensiero sbandierato dai giornali, dalla televisione, dall’arroganza di governanti indegni e corrotti; come se i discepoli della Verità potessero conoscere la verità da chi non ama la verità, come se potessimo essere ben governati da chi non vuole essere governato da Cristo; come se la conoscenza della verità non meritasse qualche sforzo maggiore di accendere il televisore. Riassumono bene la situazione attuale le seguenti affermazioni: “La verità è oggi tanto offuscata e la menzogna così ben stabilita, che, se non si ama così saldamente la verità non si è in grado di riconoscerla” (Pascal); “La Terra è una sconfinata Sodoma in cui passeggia libero e re Lucifero” (Gesù nell’opera di Maria Valtorta).

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; c’è tuttavia in noi una parte a cui ripugna essere pecora, a cui ripugna dipendere in maniera totale da un pastore, anche se questo pastore è Cristo, questa parte è animata da uno “Spirito di indipendenza” a causa del quale non riusciamo ad accettare completamente la signoria di Cristo sulla nostra vita, ci barcameniamo allora maldestramente fra due padroni: Cristo e il mondo, illudendoci di riuscire a non scontentare né l’uno, né l’altro e neppure noi stessi. Elia che vede questo barcamenarsi del popolo fra Dio e gli idoli esclama: Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!». Il popolo non gli rispose nulla. Allora Elia propone la famosa sfida con i profeti di Baal, i quali dovevano invocare il loro dio affinché facesse scendere il fuoco dal cielo a consumare il giovenco che avevano preparato come vittima. Ma nessun dio risponde alle invocazioni dei profeti. Il vero Dio invece risponde alla preghiera di Elia e fa scendere il fuoco dal cielo che consuma la vittima. Il popolo impressionato esclama: Il Signore è Dio! Il Signore è Dio! (1Re 18, 19-39). Anche Gesù si scontra con questa tendenza a stare un po’ di qua e un po’ di là e ci avverte: Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona (Mt 6, 24).

Se dipendere totalmente da Gesù ripugna al nostro spirito di indipendenza, ci conviene considerare che comunque, prima o poi, dovremo decidere da che parte stare, dovremo scegliere chi sarà il nostro Re. Cristo e Satana promettono entrambi la vita, ma uno solo è veritiero, uno solo non mente, uno solo è buono, di uno solo ci possiamo fidare quando dice alle sue pecore: Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno. L’altro: promette la vita, ma dona la morte.

La Santa Vergine ci aiuti a deciderci per suo Figlio, perché possiamo ritrovarci un giorno a festeggiare nel suo Regno.

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Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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