Meditazioni sul Vangelo

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Fuoco sulla terra (Lc 12, 49-53)

La realtà, la vita, l’amore, le parole di Gesù, hanno aspetti paradossali, apparentemente contraddittori e sconcertanti, ma noi, che assomigliamo a degli elefanti in un negozio di cristalli, non rispettiamo la realtà, la vita, l’amore, e neanche le parole di Gesù; per questo viviamo in un mondo che non funziona e soffriamo a causa di relazioni che non funzionano. La nostra tendenza è di aderire all’aspetto del paradosso o della realtà che sembra più accettabile, distogliamo però lo sguardo da ciò che non comprendiamo e ci inquieta; esempio: il nostro modo di intendere e desiderare l’amore rischia di considerare solo ciò che nell’amore è piacevole, arricchente, consolante, ma tendiamo a fuggire l’aspetto per cui l’amore è anche impegno, sacrificio, purificazione, dolore e morte: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo (Gv 12, 24). Il guaio è che, essendo un popolo di dura cervice (Dt 9, 6), ci intestardiamo a ridurre la realtà secondo l’aspetto del paradosso che riusciamo a digerire, e allora combiniamo guai, perché pecchiamo contro la Verità, e dove c’è errore c’è disordine e c’è sofferenza. Peccare contro la Verità non è senza gravi conseguenze.

Altro esempio, noi vorremmo un mondo in cui tutti vadano d’accordo e ci stupiamo perché questo desiderio, universalmente accettato, così buono e così giusto, non si realizza. Non si realizza e non si realizzerà mai perché le cose funzionano come dice Gesù e non come le immaginiamo noi, e Gesù ci dice: Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera. Quindi, per andare d’accordo dobbiamo accettare la divisione; la Verità, prima di unire divide. Divide la Verità dall’errore, coloro che amano la verità da coloro che non la amano; e non può che essere così perché: o c’è unità e accordo sulla Verità oppure non è possibile nessun accordo e nessuna unità; l’accordo è solo possibile in chi riconosce e accoglie Gesù che ha detto di sé: Io sono la Verità; e questa Verità è venuta a gettare fuoco sulla terra per dividere coloro che si lasciano incendiare, illuminare e purificare, dal fuoco dell’amore di Dio, da coloro che: o fuggono dal fuoco, o si illudono che il suo effetto sia un confortevole tepore. Gesù dice inoltre che i gruppi così divisi, non sono in pace, ma vi è fra essi una lotta continua, perché la verità non può tollerare l’errore, la menzogna, l’ipocrisia, la simulazione, ma neanche l’errore e la menzogna possono tollerare la Verità; questa lotta è senza esclusione di colpi, ogni contendente vuole mettere a morte l’avversario.

Un’altra realtà che non comprendiamo, maltrattiamo e intiepidiamo è l’amore di Dio per noi, anche se ne parliamo con presunta sapienza, anche se ci illudiamo di essere nella pace perché diciamo a noi e agli altri che Dio ci ama, che il suo amore è immenso, che la sua misericordia è senza limiti. La prova sono le seguenti affermazioni: “L’immensità dell’amore di Dio per noi è la fonte di tutti i nostri guai”; e: “Accogliere il fuoco che Gesù è venuto a gettare sulla terra, è accettare di morire”; qualcuno si sente di sottoscrivere queste affermazioni? Di meditarle e di verificare se sono vere o false? ... Eppure, sono queste le conseguenze del fuoco che Gesù è venuto a gettare sulla terra: infatti, d’ora innanzi si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera. Queste divisioni sono dei guai e fanno soffrire proprio perché sono divisioni fra gli affetti più forti e più intimi. Gesù poi non manca di evidenziare l’altro aspetto del paradosso dell’amore, quello per cui l’amore, prima di far risorgere, fa morire: Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Il battesimo di cui parla è la sua passione e morte.

Anche a proposito della passione e morte del Signore di solito è predicato solo un aspetto della realtà, quello secondo cui la morte in croce di Gesù esprime l’immenso amore di Dio per noi; un po’ meno si sente dire che esprime anche l’immenso amore di Gesù verso il Padre; ma praticamente non si sente mai dire che manifesta anche fin dove può giungere la malvagità dell’uomo manovrato da Satana, la crocifissione manifesta l’orrore sommo del peccato: la creatura che uccide il suo Creatore. Se non vogliamo guardare tutta la realtà, la nostra vista sarà parziale e vedrà male, ma una vista che vede male, inevitabilmente, non riuscirà a evitare gli ostacoli, a inciampare e a cadere. Giustamente il santo curato d’Ars attirava l’attenzione su questo aspetto: “Comprendere che noi siamo l'opera di Dio è facile; quello che è incomprensibile è che la crocifissione di Dio sia opera nostra”; questo aspetto è per lo più rimosso dalle nostre considerazioni.

Perché non sembri che queste siano riflessioni poco ortodosse, ascoltiamo alcune parole di un maestro spirituale di sicuro valore: don Divo Barsotti. “Se Dio vive nel cuore dell'uomo non è per dargli soltanto la pace e la gioia; Dio gli impedisce di riposare in sé stesso, lo spinge continuamente a un rapporto più vero con Lui”. “Scegliere Dio è l'unica possibilità della vita, ma non ti toglie dalla tua solitudine, ti rende impossibile anzi ogni illusione, ogni inganno, ti fa sentire questa vita com'è veramente, una morte”. “Se l'uomo vive realmente, non vive che la sua morte”. “L'amore di Dio è terribile. Ci vuole dell'eroismo a lasciarsi amare da Lui, ad abbandonarsi al suo amore”. “Ma come Dio ci ama se ci castiga? È proprio perché ci castiga che ci ama”. “Dio non può non eliminare il mio peccato, non distruggerlo, non consumare in me tutto quello che si oppone alla sua santità. Non perché non ci ama ci perseguita e ci tortura, ma perché amandoci ci vuole simili a Sé”. “Dio non lascia impunito il nostro peccato, non può tollerare che noi rimaniamo nella nostra mediocrità”. “Dio entra in possesso di noi attraverso le vie più impensate. Ci monda attraverso umiliazioni e malattie, incomprensioni e dolori, peso del lavoro, senso della solitudine umana, prove interiori, ingiustizie dal di fuori”. “Abbandonarci all'Amore vuol dire morire. Egli non ti ama se non ti strappa da tutto. Per questo credere vuol dire accettare di morire”.

Le parole di Gesù: Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Esprimono anche il rammarico di chi vorrebbe incendiare il mondo col suo amore e illuminarlo con la sua sapienza, ma vede che il mondo resiste al suo fuoco e fugge dalla sua luce; noi abbiamo paura di un fuoco troppo intenso e di una luce troppo forte; allora, per difenderci dal Fuoco e dalla Luce ci rifugiamo nelle distrazioni e nella mediocrità, ossia in una casa costruita sulla sabbia. Siamo disposti ad accogliere un po’ di amore di Dio, ma non troppo; un po’ di luce, ma non troppa; siamo disposti a dare un po’ di tempo a Dio, ma non troppo. Allora, per tentare di vincere la nostra mediocrità il Signore fa il possibile e l’impossibile, vale a dire: tutti gli sconquassi di cui parla don Divo Barsotti e il battesimo della sua passione, morte e risurrezione. Questo perché, prima o poi, dovremo uscire dalla mediocrità, ma le vie d’uscita sono solo due: o la ribelle e orgogliosa rivendicazione di una visione della realtà: “secondo noi”, il cui approdo è il fuoco dell’inferno; oppure la via della santità il cui approdo è la fornace incandescente e beatificante dell’amore di Dio. L’uscita dalla mediocrità termina in ogni caso nel fuoco.

Che la Santa Vergine ci faccia comprendere queste cose, vinca le nostre paure, addolcisca per quanto possibile le asperità e ci accolga infine nel Regno di suo Figlio.

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Meditazioni  Info
  • Ultimo aggiornamento 09-01-2024

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    Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...

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    Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...

  • Come mai questo tempo non sapete valutarlo?

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  • Aprì loro la mente per comprendere le scritture

    Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.

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    Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.

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    Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 2

    Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 1

    Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.

  • Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)

    Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...

  • La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)

    Difficoltà  di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.

Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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