Meditazioni sul Vangelo

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Med. br38

Il rischio di abbandonare Gesù

Dio non può amare l’uomo senza metterlo anche in pericolo, e questo perché vuole assolutamente che la risposta al suo amore sia libera; di conseguenza l’uomo ha il potere di dire di no all’amore che Dio gli propone, e alla fine Dio rispetterà la sua scelta. Ognuno di noi, nei tempi e nei modi che Dio solo conosce, si troverà a dover scegliere fra Dio o qualcun altro, non solo, a varie riprese la scelta dovrà essere rinnovata; inoltre, fin che siamo su questa terra abbiamo sempre la possibilità di passare da Dio agli idoli o dagli idoli a Dio. Nel corso della vita poi, le nostre scelte tendono a consolidarsi in un senso o nell’altro, fino a fissarsi nella scelta definitiva che resterà tale per l’eternità. Queste sono le regole del gioco secondo il progetto di Dio; i nostri progetti o si adegueranno al progetto di Dio o si schianteranno contro la Pietra: Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà (Mt 21, 44).

Nel libro di Giosuè è raccontato un episodio in cui il popolo è chiamato a rinnovare la sua alleanza con Dio. Giosuè raduna le tribù di Israele a Sichem e fa loro un breve riassunto di ciò che è successo da Abramo in poi, conclude dicendo: Scegliete oggi chi volete servire: “gli idoli oppure il Signore”. Il popolo, considerando ciò che il Signore aveva operato in suo favore risponde: Perciò anche noi serviremo il Signore. Giosuè dovrebbe essere contento della dichiarazione, invece ribatte: Voi non potete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso, “se non gli sarete fedeli saranno guai seri per voi”, ma il popolo insiste: No! Noi serviremo il Signore (Gs 24, 1-28). Il seguito della storia mostrerà ampiamente le continue infedeltà del popolo e i continui richiami di Dio.

I timori di Giosuè, nonostante le rassicuranti dichiarazioni del popolo, dipendono da una duplice consapevolezza: egli sa quanto il popolo è instabile nelle sue decisioni, quanto è incline a lasciarsi sedurre dalle idolatrie diffuse nei dintorni e quanto tenacemente tende ad attaccarsi ai beni di questo mondo; l’altro aspetto che un uomo di Dio conosce bene sono le esigenze dell’amore di Dio. Dio è santo, Dio è puro, Dio è geloso, il popolo invece non è né santo, né puro e il suo amore è piuttosto tiepido, è come la rugiada che all’alba svanisce, inoltre, ha anche una dura cervice. Stando così le cose, la conquista del cuore dell’uomo da parte di Dio è una storia rischiosa, è una storia faticosa e pericolosa. Dio rischia continuamente di essere respinto e di essere abbandonato.

Nella sinagoga di Cafarnao abbiamo una chiara conferma di questo fatto. Gesù dice delle parole forti e inattese; molti suoi discepoli rimangono scandalizzati quando sentono: In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita… la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda… colui che mangia me vivrà per me… chi mangia questo pane vivrà in eterno. La reazione di molti è: Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?... e allora: Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui (Gv 6, 53-69).

In questo caso ciò che provoca scandalo nei discepoli è diverso da ciò che provocherà scandalo nell’ora della Passione del Signore, in quell’ora sarà il potere delle tenebre che si abbatte in maniera inaudita sull’innocenza e la bontà di Gesù, a Cafarnao invece è una manifestazione inaudita dell’amore di Gesù, è l’annuncio del modo da lui scelto per comunicare agli uomini la sua stessa vita; come il cibo dà vita e diventa una cosa sola con chi lo mangia, così lui vuole diventare una cosa sola con coloro che lo amano dando in cibo sé stesso. In entrambi i casi l’uomo fa esperienza della sua inadeguatezza nei confronti di realtà che lo superano, l’uomo è messo in pericolo sia dall’eccesso dell’amore di Dio, sia dall’eccesso del potere delle tenebre che si oppone all’amore di Dio. Non prendere in considerazione questi pericoli è il modo più sicuro per subirne le conseguenze, di solito è proprio chi è consapevole dei pericoli che riesce a evitarli. Ma se l’amore di Dio ci mette in pericolo, ci offre anche i rimedi per evitarlo, essi sono: Gesù e Maria, o meglio, un certo atteggiamento verso Gesù e Maria; l’atteggiamento richiesto è quello del bambino verso il padre e la madre: Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli (Mt 18, 3); come il bambino ha bisogno in ogni momento dei genitori perché si sente inadeguato ad affrontare la realtà che lo circonda, così noi, per affrontare i misteri della vita, e tra questi il mistero di Dio, dobbiamo ricorrere alla mediazione di Gesù e Maria per cavarcela senza danni, altrimenti: La pietra che i costruttori hanno scartato cadrà su di noi e ci stritolerà. A volte le parole o gli atteggiamenti di Gesù sono occasione di scandalo, ma non è abbandonando Gesù che elimineremo lo scandalo. Pietro ha l’atteggiamento giusto di chi si affida anche se non capisce: Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Maria, che abbiamo ricevuto in dono nell’ora buia del Calvario, ci ottenga di essere sempre docili alle iniziative di suo Figlio.

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Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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