Meditazioni sul Vangelo

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Med. br82

È vicino a voi il Regno di Dio (Lc 10,1-12. 17-20)

Gesù manda settantadue discepoli, a due a due, ad annunciare la sua venuta nelle città e nei villaggi in cui sarebbe passato. Ma annunciare la sua venuta è anche annunciare che il regno di Dio è vicino, infatti, lui, che è il Re del Regno, è già presente nella terra di Palestina e verrà a confermare e perfezionare l’annuncio dei suoi inviati. In fondo, la missione dei settantadue è simile a quella di Giovanni Battista, anche loro possono dire: Dopo di noi viene uno che è più forte di noi e al quale noi non siamo degni di sciogliere i legacci dei sandali (Mc 1, 7). Questo per dire che colui che deve venire non è un uomo come tutti gli altri.

Due cose il Signore chiede loro di dire: Pace a questa casa! E: È vicino a voi il regno di Dio. Sono parole che annunciano i doni di Dio, e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce (Gc 1,17); il Padre dona dunque agli uomini l’unico Re che può portare loro la pace, ma questo re non è un re qualunque, è il Figlio stesso di Dio che ha la stessa natura divina di suo Padre. Un simile annuncio è enorme e doveva essere accompagnato da segni di credibilità piuttosto forti, questi erano la santità degli annunciatori e il potere di fare miracoli; infatti, Gesù raccomanda loro: Vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada... In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. La mansuetudine dell’agnello, la sobrietà della vita, l’impegno e la concentrazione sul compito che devono svolgere, il sapersi adattare al molto o al poco, sono tutti segni di santità che aiutano a rendere credibile quanto gli inviati devono annunciare, inoltre, il fatto di essere in due, oltre all’aiuto reciproco, costituiva un esempio visibile di amore fraterno: Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13, 35). In più, Gesù dona loro il potere di compiere miracoli; l’evangelista Matteo li elenca in dettaglio: Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni (Mt 10, 8).

A proposito dell’accoglienza o della non accoglienza dei suoi messaggeri Gesù è particolarmente severo: Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato … quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno [del giudizio], Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. Accogliere o non accogliere i messaggeri del Signore ha una ripercussione sul destino eterno degli uomini, proprio perché l’annuncio è relativo a colui che nel piano di Dio è stato voluto per essere il Re unico, definitivo e universale di tutti gli uomini, colui di fronte al quale ogni ginocchio dovrà piegarsi nei cieli sulla terra e sotto terra (Fil 2, 10). Disprezzare Colui che è venuto a ristabilire la pace fra Dio e l’uomo, che è la Vita dell’uomo - perché senza di lui l’uomo muore come un tralcio staccato dalla vite -, è disprezzare il dono di Dio e candidarsi a ricevere una giusta punizione, disprezzare il dono della vita eterna merita la morte eterna. L’uomo ha una volontà libera e sovrana; nel corso della vita presente essa è instabile e può cambiare, ma la sua natura tende a fissarsi in una scelta definitiva, e la scelta fondamentale e definitiva di ogni uomo sarà: o l’accoglienza del regno di Dio o il suo rifiuto.

Questi settantadue discepoli sono stati inviati allora, e continueranno a essere inviati fino alla fine del mondo, oggi come allora c’è chi li accoglie e chi li respinge; chi li accoglie, accoglie Gesù e chi li respinge, respinge Gesù, chi accoglie Gesù vedrà il suo volto sorridente e benigno, e anche quelli che lo respingono lo vedranno, ma a questi dirà: “Poiché non mi avete voluto, non posso accogliervi nel mio regno, non voglio forzare la vostra volontà per darvi ciò che non desiderate. Il tempo concesso per la scelta è terminato, ognuno ha ciò che ha voluto”. Oggi come allora ci sono nel mondo uomini che con la santità della vita annunciano Cristo, ad alcuni è anche dato il potere di compiere miracoli come è documentato nella vita di molti santi. Ma anche il semplice cristiano che con il suo esempio e con le sue buone opere annuncia Cristo, in qualche modo compie miracoli, perché, in quanto membro vivo del corpo di Cristo, partecipa alle proprietà di tutto il corpo e in questo ci sono membra che hanno ricevuto il dono dei miracoli a beneficio di tutti. Anche oggi nella Chiesa gli esorcisti scacciano i demoni in nome di Cristo, perché anche oggi i demoni tormentano gli uomini e nessuno li può vincere se non chi ha ricevuto da Cristo questo potere.

Tutte le volte che la Chiesa proclama un beato o un santo richiede che almeno un miracolo sia avvenuto per l’intercessione di quel santo o beato, il processo di verifica del miracolo è rigorosissimo, di solito è una guarigione non spiegabile con i rimedi della pratica medica; chi ingenuamente dicesse che magari, in futuro, col progredire della scienza certe guarigioni si potranno spiegare, si arrampica sugli specchi e manifesta la sua mancanza di fede nell’onnipotenza di Dio, perché più la scienza progredisce, più i mezzi tecnologici a disposizione sono sofisticati, più sono adatti, non a spiegare il miracolo, ma a escludere le frodi e a vincere il dubbio di chi non crede agli eventi soprannaturali; tuttavia, per coloro che non vogliono credere nessun miracolo è sufficiente a scalfire la loro incredulità e rimane vera la risposta di Abramo nella parabola del ricco Epulone: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti (Lc 16, 31). Gesù ha compiuto molti miracoli e lo hanno crocifisso, anche oggi ci sono dei miracoli e gli uomini non credono. Una delle cause di questa incredulità è l’opera tenace e potente di un Nemico che combatte gli inviati del Signore e il loro annuncio, senza un soccorso dall’altro questi sarebbero vinti, la loro predicazione infeconda, vano ogni loro sforzo, ma Gesù assicura i suoi: Io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. È anche vero che oggi i miracoli sono piuttosto rari ed è un segno di quanto il mondo si stia allontanando da Dio e stia diventando sempre più incredulo.

La Santa Vergine, beata perché ha creduto, ci aiuti a credere, e ottenga ancora da suo Figlio l’invio di santi messaggeri.

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  • Ultimo aggiornamento 09-01-2024

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  • Il perdono che non può essere concesso (Gv 20, 22-23)

    A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi - che cos'è il peccato? - scoperta di alcuni paradossi - l'abominio del peccato originale - l’appuntamento a cui non possiamo mancare

  • La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - IIa parte

    Il bisogno di amare - poco e molto, storia in due tempi - le paure del servo malvagio - l’oscuramento della ragione - Dio non ci chiede più di quanto possiamo dare - chi è umile accetta di farsi aiutare - la possibilità della perdizione - tentativo di riflessione sull’inferno - come evitare la perdizione

  • La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - Ia parte

    Un compito difficile - Ciò che non vorremmo sentire - Il rischio di un malinteso - Cosa si aspetta il padrone dai suoi servi - Il problema del vero bene dell’uomo - Prima il poco, poi il molto

  • La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro

    Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...

  • Le riche épulon et le pauvre Lazare

    Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...

  • Come mai questo tempo non sapete valutarlo?

    Difficoltà di valutare il senso del tempo - Un compito troppo difficile - L’invito inascoltato - L’inevitabile combattimento.

  • Aprì loro la mente per comprendere le scritture

    Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.

  • Il fico maledetto

    Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.

  • Gesù esamina Pietro sull'amore

    Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 2

    Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 1

    Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.

  • Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)

    Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...

  • La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)

    Difficoltà  di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.

Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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