Meditazioni sul Vangelo

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Med. br36

Quando l’uomo di Dio non ne può più…

Elia è un profeta pieno di zelo per il suo Dio, il popolo invece tende all’idolatria e si illude di potersi “barcamenare” fra Dio e gli idoli. Tale situazione è anche favorita da un potere politico corrotto e malvagio al cui vertice c’è il re Acab e sua moglie Zezabele. Elia non può tollerare simile ambiguità e richiama il popolo dicendo: Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece è Baal, seguite lui! Costretto a riconoscere il suo peccato il popolo non sa cosa rispondere e tace; allora Elia propone una sfida: lui e i profeti di Baal metteranno un giovenco su un altare, poi ognuno invocherà il suo dio perché faccia scendere il fuoco dal cielo a consumare la vittima. I profeti di Baal invocano inutilmente il loro dio, nulla accade. Elia prega e scende il fuoco dal cielo, la vittima è consumata e il popolo stupefatto proclama: Il Signore è Dio! Il Signore è Dio! (1Re 18, 39). Il successo dell’iniziativa è eclatante, ma la storia ha un seguito molto meno esaltante: la malvagia regina Zezabele reagisce da par suo e promette l’uccisione di Elia. Impaurito e angosciato Elia fugge nel deserto, non ne può più e prega: Ora basta, Signore! Prendi la mia vita (1Re 19, 4). Il Signore la pensa un po’ diversamente e per sollevarlo gli offre una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Questo cibo, proveniente dal cielo, gli darà un vigore tale da consentirgli di raggiungere il monte dove Dio lo attende per un colloquio personale.

Questa vicenda ha qualcosa da dire anche agli uomini del nostro tempo. Per cercare di comprendere, non dobbiamo pensare che la “fragilità” dell’uomo sia l’unica causa dei suoi mali, ma dobbiamo soprattutto riconoscere che la moralità o l’immoralità dei suoi atti dipende da una sua libera scelta. L’uomo non è malvagio per natura, ma può diventare tale se nella vita sceglie il male anziché il bene. Ognuno ha la sua parte di responsabilità nella quantità di bene e di male che c’è nel mondo. Quando poi il male tende ad aumentare, è inevitabile che sorgano poteri politici e religiosi corrotti e malvagi; questi a loro volta favoriranno la corruzione del popolo il quale, in un primo tempo cercherà di “barcamenarsi” fra Dio e il mondo, poi, sempre più si prostituirà agli idoli del momento in cambio di un piatto di lenticchie. A tale disastro Dio cerca di opporsi inviando i suoi profeti; questi, con la santità della loro vita e lo splendore delle loro opere richiamano gli uomini sulle vie di Dio - possiamo pensare, fra tanti, a Madre Teresa di Calcutta e a Padre Pio -; infatti molti, conquistati dai santi, giungono a dire: Il Signore è Dio! Il Signore è Dio! Ma i poteri tenebrosi non rimangono inattivi e reagiscono con accresciuta astuzia e violenza; ecco perché la storia dell’umanità è una continua lotta - che cresce in intensità -, fra la Luce e le Tenebre, fra il Bene e il Male, fra la Verità e la Menzogna. È ingenuo illudersi di stare in un mondo in cui si possa vivere a lungo tranquilli e sereni, d’altronde, le vicende della vita prima o poi fanno cadere questa illusione. Il Signore poi, apertamente ci avverte: Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione (Lc 12, 51). Il Signore divide coloro che amano la verità da coloro che amano la menzogna, coloro che amano la virtù da coloro che amano il vizio, coloro che amano Dio da coloro che amano il mondo. Quanti sono impegnati a lottare contro le tenebre interiori ed esteriori che in vario modo tutti ci opprimono, possono, a volte, trovarsi nella situazione di Elia nel deserto e come lui pregare: Ora basta, Signore! Prendi la mia vita. Lo sconforto nasce quando si ha l’impressione che le tenebre abbiano un potere superiore alle nostre forze e siano invincibili. Se le forze del male, incarnate nel potere iniquo di Zezabele e di suo marito, hanno potuto schiantare un uomo di Dio della statura di Elia, potrebbero anche, in certi momenti, aver ragione di ognuno di noi, come hanno avuto ragione di quasi tutti gli apostoli nell’ora della Passione. Dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia questa possibilità, anche se ci fa paura; se lo faremo comprenderemo meglio la potenza dei rimedi che ci sono offerti e potremo sperare di vincere le tenebre. Come a Elia, minacciato da un reale pericolo di morte, è dato in risposta un pane proveniente dal cielo, anche a noi è dato: Il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia (Gv 6, 50).

L’altro rimedio è Maria; lei ha conosciuto il segreto che le ha consentito di reggere nell’ora più buia della storia. Crocifissa con il Crocifisso, con lui muore e con lui risorge. La sua intercessione ci renda degni di conoscere il suo segreto.

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Meditazioni  Info
  • Ultimo aggiornamento 09-01-2024

    Meditazione sul libro di Giobbe (Capitoli: 1-42)

    La santità di Giobbe - Un principio di giustizia violato - Le due fasi della prova di Giobbe - La protesta di Giobbe - Gli amici di Giobbe - L’inizio di una disputa infuocata - La paura di Dio - Come può essere giusto un uomo davanti a Dio? - Giobbe fa saltare i nervi ai suoi amici ...

  • Il perdono che non può essere concesso (Gv 20, 22-23)

    A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi - che cos'è il peccato? - scoperta di alcuni paradossi - l'abominio del peccato originale - l’appuntamento a cui non possiamo mancare

  • La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - IIa parte

    Il bisogno di amare - poco e molto, storia in due tempi - le paure del servo malvagio - l’oscuramento della ragione - Dio non ci chiede più di quanto possiamo dare - chi è umile accetta di farsi aiutare - la possibilità della perdizione - tentativo di riflessione sull’inferno - come evitare la perdizione

  • La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - Ia parte

    Un compito difficile - Ciò che non vorremmo sentire - Il rischio di un malinteso - Cosa si aspetta il padrone dai suoi servi - Il problema del vero bene dell’uomo - Prima il poco, poi il molto

  • La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro

    Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...

  • Le riche épulon et le pauvre Lazare Francese

    Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...

  • Come mai questo tempo non sapete valutarlo?

    Difficoltà di valutare il senso del tempo - Un compito troppo difficile - L’invito inascoltato - L’inevitabile combattimento.

  • Aprì loro la mente per comprendere le scritture

    Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.

  • Il fico maledetto

    Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.

  • Gesù esamina Pietro sull'amore

    Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 2

    Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.

  • Gli invitati al banchetto di nozze - 1

    Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.

  • Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)

    Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...

  • La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)

    Difficoltà  di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.

Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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