Meditazioni sul Vangelo

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Med. br133

Non abbiate paura (Mt 10, 26-33)

Non abbiate paura

Gesù sta istruendo i suoi apostoli perché vuole inviarli alle pecore perdute della casa d'Israele (Mt 10, 6), ma li istruisce anche sulle vicende che dovranno attraversare quando, terminata la sua opera sulla terra, ritornerà presso il Padre da cui è venuto. È vero che il Signore sta parlando prima di tutto agli apostoli, ma ciò che vale per loro vale anche, con le dovute proporzioni, per tutti i cristiani. Ciò che devono aspettarsi i discepoli è simile a ciò che ha vissuto il Maestro: Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! (Mt 10, 24-25). Ogni cristiano, secondo il suo stato, il suo grado di formazione, i doni ricevuti, la missione che gli è affidata… rifletterà nella sua vita qualcosa di quanto ha vissuto il suo Signore.

Una difficile impresa

Ma vivere, anche in misura molto minore, ciò che ha vissuto Gesù è un’impresa che fa tremare i polsi per almeno due motivi: prima di tutto perché dobbiamo tendere alla santità che vediamo in lui: Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5, 48); la perfezione è quella dell’amore, rispetto alla quale ciò che noi chiamiamo amore sarebbe più giusto chiamarlo “non amore”. Il rimedio è guardare a Gesù: Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11, 29), Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri (Gv 13, 34). E poi, perché lo stato del cristiano in questo mondo è fondamentalmente uno stato di persecuzione, di esilio, di lotte e di pericoli: Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe (Mt 10, 16), e ancora: Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione (Lc 12, 51); e questi, pur essendo scenari impegnativi, non sono ancora le situazioni più difficili che Gesù già prevede: Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome (Lc 21, 16-17). Per questo il Signore a più riprese ci conforta: Non abbiate paura… Queste parole però, hanno un senso solo se i discepoli verranno a trovarsi in situazioni in cui, a causa della nostra debolezza e del nostro scarso coraggio nella battaglia in atto fra la Luce e le Tenebre, la paura rischia di prevalere e di paralizzare ogni azione, di rovinare il bene compiuto e di indurre a rinnegare il Signore. Rinnegare il Signore è il grande pericolo che corriamo quando la persecuzione minaccia da vicino la nostra persona, è in questa situazione che Pietro ha rinnegato il suo Maestro e i discepoli sono fuggiti.

La paura degli uomini

Non abbiate paura degli uomini. Gli uomini fanno paura perché tutti siamo caduti in disgrazia, siamo dei principi decaduti, non amiamo né Dio, né il prossimo e amiamo malamente noi stessi; del nostro stato, più o meno consapevolmente ci vergogniamo, allora cerchiamo di nascondere la nostra infelicità a noi e agli altri. A causa del peccato originale siamo feriti nell’anima e nel corpo; per questo Gesù dice: Io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio (Gv 5,42), e ancora: Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli (Mt 7, 11). Anche il salmista amaramente constata: Ho detto con sgomento: "Ogni uomo è inganno" (Sal 115, 11)… Non continui più a spargere terrore l’uomo fatto di terra (Sal 9, 39)… Salvami, Signore! Non c`è più un uomo fedele; è scomparsa la fedeltà tra i figli dell`uomo. Si dicono menzogne l`uno all`altro, labbra bugiarde parlano con cuore doppio (Sal 11, 2-3).

Ora, un discepolo della Verità ama la Verità, e più la ama più fatica a convivere con la menzogna, la tollera sempre meno in sé e attorno a sé, di qui nasce uno stato di incompatibilità, di estraneità, di contrasto più o meno accentuato con chiunque fugge la verità: Chiunque fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio (Gv 3, 20-21). L’uso della menzogna è di fatto talmente diffuso che veramente suscita paura e scoraggiamento, sembra che niente possa sconfiggere una doppiezza che inquina ogni cuore e ogni ambiente: i politici raggiungono il potere promettendo e non mantenendo, i potenti mascherano accuratamente la loro tirannia assicurando di operare per il bene della società, la gente comune si barcamena come può nell’impossibile impresa di servire due padroni (Mt 6, 24).

Solo la parola del Signore ci consente di reggere: Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Anche se ora chi si serve della menzogna sembra invincibile, perché la menzogna sa nascondersi bene dietro a verità apparenti, a sofismi non facili da smontare, e procura benefici tanto maggiori quanto minore è lo scrupolo per l’agire retto, verrà un giorno in cui tutte le macchinazioni degli uomini saranno svelate; gli abomini di chi nel segreto causa sconvolgimenti fra le nazioni, e innumerevoli sofferenze fra i popoli, saranno manifestati; le azioni di chi mente spudoratamente otterranno giusta condanna e giusta punizione, perciò, Non abbiate paura degli uomini.

Una prospettiva che ci fa paura

E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima. Gesù non si fa illusioni e non vuole illudere i suoi amici; più la Luce aumenta e la Verità si diffonde, più le Tenebre reagiscono con violenza, perché vedono seriamente minacciato il loro potere, la reazione è tale che le tenebre, nella loro stoltezza, credono di vincere sopprimendo chi è portatore di Luce e di Verità. Una prospettiva del genere umanamente spaventa, soprattutto noi la cui fede e il cui vigore spirituale sono ridotti al lumicino, ma le parole di Gesù ancora ci incoraggiano: Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

Se Gesù ripete: Non abbiate dunque paura è perché, se non lo abbandoniamo, lui può trasformare la nostra debolezza in forza e la nostra paura in coraggio. Anche gli apostoli hanno subito questa trasformazione; conviene però considerare che la prima fase di tale trasformazione consiste nel prendere atto della nostra radicale debolezza, e della nostra totale mancanza di coraggio, infatti, nell’ora della prova: Tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono (Mt 26, 56). Tuttavia, se perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati, significa che siamo oggetto di un amore che supera ogni nostra immaginazione ed è più grande del nostro peccato, ed è solo questo amore, di cui sappiamo “per sentito dire” e di cui dobbiamo fare esperienza, che può operare anche in noi una trasformazione simile a quella che possiamo vedere negli apostoli dopo la Pentecoste, e nei martiri che si sono succeduti lungo i secoli fino ai nostri giorni. Ciò che ci è chiesto non è di affermare come Pietro: Darò la mia vita per te! (Gv 13, 37), ma di non escludere dal programma la trasformazione che hanno accettato di subire Pietro e tutti i santi; dare la vita per il Signore non è in nostro potere, accettare il trattamento che Lui ci propone, lo è.

Dobbiamo poi considerare che, se un passero non cade a terra senza il volere del Padre vostro, allora, nonostante le tribolazioni, gli sconvolgimenti e le nostre paure, l’amore di un Padre veglia continuamente su di noi, ed è capace di risolvere in bene ogni vicenda, anche una morte ingiusta causata dalla malvagità degli uomini. Inoltre le parole: Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto, non dicono solo che saranno smascherate le oscure trame della Menzogna, ma anche che saranno manifestate tutte le azioni virtuose; anche se queste sono nascoste alla vista degli uomini, non lo sono alla vista del Signore: Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà (Mt 6, 4).

Abbiate paura

Se il Signore a più riprese incoraggia e dice di non avere paura, tuttavia, avverte anche che c’è qualcuno di cui dobbiamo avere paura: Abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Chi è costui? È il nemico dell’uomo, è il Menzognero e padre della menzogna (Gv 8, 44), è: L'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte (Ap 12, 10), colui di cui è detto: la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo. La vita cristiana sulla terra non è una vita tranquilla, ma una vita sottoposta a due forze contrastanti, ed è per questo che il Signore ci invita, sia a non avere paura, sia ad avere paura; non dobbiamo essere superficiali e ingenui, così da escludere dai nostri pensieri le parole del Signore che non ci piacciono o ci inquietano; non ascoltare attentamente tutte le sue parole, rivela mancanza di fede e di amore; corriamo così il rischio di cadere proprio nei pericoli che vogliamo ignorare.

Se uniti al Signore non dobbiamo temere nulla perché: Né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore (Rm 8, 38-39), tutto dobbiamo temere se il Nemico riesce a staccarci dal Signore, e può riuscirci perché gli è concesso di operare e il suo potere di seduzione è grande, in quanto è: Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra (Ap 12, 9). Il demonio conosce molto bene la psicologia umana, il nostro bisogno di felicità, il nostro bisogno di sicurezza, e allora anche lui propone parole rassicuranti: “Non abbiate paura, Non morirete affatto! Anzi… (Gn 3, 4-5)”, dargli ascolto è dare ascolto alle menzogne che produrranno catastrofi.

Una delle strategie del demonio consiste nel favorire in noi una posizione indefinita: né per Dio, né contro Dio, né per il mondo, né contro il mondo; se nella nostra mente le idee su Dio e sul senso della vita sono vaghe, confuse, instabili, anche i nostri comportamenti saranno instabili e inaffidabili; la vita però, ci propone inevitabilmente delle scelte, e la scelta fondamentale sarà sempre: per Dio o contro Dio. Inoltre, il nostro stato non potrà essere instabile all’infinito, ma dovrà risolversi in una scelta definitiva per l’una o l’altra parte. Il risultato finale sarà: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. E questo è il giudizio definitivo e inappellabile che il Signore emetterà sulla nostra vita.

Parole dette all’orecchio

Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. Tutte queste parole del Signore sono dette a noi come suggerite all’orecchio e nelle tenebre, nel senso che le tenebre che ci sono ancora in noi impediscono alle sue parole di illuminare veramente la nostra vita, sono perciò come un seme nella terra (Mc 4, 26), e il seme nella terra è appunto nel buio della terra, ma il seme è destinato a crescere e a fruttificare quando uscirà dalla terra, così, se non mortifichiamo il seme, prima o poi porterà frutto, e le parole del Signore illumineranno davvero la nostra vita, e diffonderanno la loro luce anche intorno a noi, il che equivale ad annunciare dalle terrazze le sue parole; o come dice in altro luogo: Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli (Mt 5, 16).

La Santa Vergine faccia crescere e fruttificare in noi le parole di suo Figlio.

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Meditazioni  Info
  • Ultimo aggiornamento 09-01-2024

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    Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...

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    Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...

  • La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)

    Difficoltà  di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.

Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità  del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.

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