I DISCEPOLI DI EMMAUS - PRIMA PARTE
LC 24, 13-35
Lo scandalo della vittoria del male sul bene
Ed ecco in quello stesso giorno... Il giorno di cui si parla è il giorno della risurrezione del Signore, giorno in cui la vita ha vinto la morte, la luce ha vinto le tenebre, l'amore ha trionfato sull'odio. Questa buona notizia incominciava a diffondersi ma c'era ancora chi doveva sentirne l'annuncio. Due discepoli, che seguendo il Signore erano giunti a Gerusalemme, ora se ne allontanavano sconsolati, e lungo il cammino parlavano di tutto quello che era accaduto. Ma che cosa era accaduto a Gerusalemme? A Gerusalemme aveva avuto luogo la fase conclusiva di una violenta battaglia in cui morte e vita si erano scontrate in un "prodigioso duello" e il Signore della vita era morto.
Con la morte del Signore, erano venute meno anche le speranze di coloro che Lo avevano seguito affascinati dalla sua sapienza, dalla sua bontà, dalle sue promesse e dalla potenza dei suoi miracoli. Chi se non Lui poteva riformare la società, guarirla dalla corruzione, dall'ipocrisia, dalla mancanza di fede?... Ma ora, colui che aveva alimentato queste speranze era morto, ucciso dall'odio dei suoi nemici.
C'erano poi altri aspetti in quegli avvenimenti che lasciavano sconcertati: in primo luogo il comportamento di Gesù stesso, Egli infatti non aveva fatto niente per sottrarsi alla malvagità che si stava abbattendo su di Lui, ma si era offerto con docilità a coloro che Lo volevano uccidere, e i suoi discepoli, che a un certo punto erano pronti a combattere e morire per Lui, non sapevano più cosa pensare. Un altro aspetto sconcertante era il silenzio di Dio nel momento più drammatico della vicenda, silenzio talmente incomprensibile e doloroso da strappare a Gesù morente il lamento: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?... (Mt 27, 46). C'è qualcosa di incomprensibile e di intollerabile nel veder soffrire un innocente e, se questo ripugna a dei poveri peccatori come noi, a maggior ragione dovrebbe ripugnare a Dio che è sommamente amante del diritto e della giustizia; eppure Dio era rimasto in silenzio.
Gesù si fa vicino a chi è oppresso dal mistero del male
Evidentemente, questi avvenimenti e gli interrogativi che suscitavano erano talmente superiori alle forze dei due discepoli da lasciarli oppressi e disorientati. Allora, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Gesù non poteva non farsi vicino e camminare con coloro che erano onestamente alle prese con una situazione e degli interrogativi più grandi di loro. Gesù è presente eppure non è riconosciuto, la sua presenza è in un primo tempo silenziosa e nascosta, è una presenza che non si impone, non è invadente, ma si propone di camminare silenziosamente al fianco di coloro che sono nell'afflizione.
Come se Dio non sapesse
L'afflizione dei discepoli resterebbe tuttavia senza rimedio se la presenza del Signore non si facesse più manifesta; Gesù rompe allora il suo silenzio con una domanda: Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino? Sembra la domanda di uno che viene da un altro mondo e non sa ciò che tutti ormai sanno, uno dei due gli dice infatti: Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni? Che cosa? Replicò il Signore. C'è in questo dialogo qualcosa di strano, proviamo a considerarlo secondo due aspetti: uno abbastanza comprensibile, l'altro più misterioso e paradossale.
L'aspetto misterioso è che il Signore sembra voler suscitare con le sue domande proprio gli interrogativi accennati in precedenza, vale a dire: come mai Dio, che è sommamente amante del diritto e della giustizia, tace e non interviene quando ha luogo la più grande delle ingiustizie, ossia l'uccisione dell'innocente suo Figlio? Come mai Dio permette che i malvagi opprimano il giusto fino a ucciderlo? Come mai Dio permette che il male trionfi sul bene assumendo anche proporzioni intollerabili? Tutte queste cose sono successe, succedono e succederanno, continuando a opprimere e a suscitare interrogativi senza risposta in coloro che, di fronte a certi momenti tragici della condizione umana, non si accontentano di risposte superficiali.
Non è tuttavia superficiale il paradosso che il Signore propone con le sue domande le quali, così come sono poste, suggeriscono l'idea che Lui fosse completamente estraneo dagli avvenimenti che tanto angustiavano i due discepoli. In realtà, Colui che credevano estraneo e assente era stato al centro degli eventi e nessuno come Lui aveva sofferto fino in fondo gli aspetti più intollerabili e ripugnanti del male e dell'ingiustizia. Questo paradosso descrive con precisione sorprendente ciò che accade ogni volta che l'uomo, afflitto o in rivolta a causa del male che lo opprime, si rivolge a Dio accusandolo di insensibilità, di ingiustizia o di inerzia nei confronti di situazioni insostenibili e inammissibili. Tali situazioni possono suscitare due tipi di rivolta: la rivolta del "giusto" e la rivolta del peccatore. Esempi tipici della rivolta del giusto sono i lamenti dei profeti. Abacuc, tra altri, così si esprime: Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido "violenza!" e non soccorri?... Tu dagli occhi così puri che non puoi vedere il male e non puoi guardare l'iniquità, perché, vedendo i malvagi, taci mentre l'empio ingoia il giusto? (Ab 1, 2. 13). La rivolta del peccatore è raccontata dall'evangelista Luca in questi termini: Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!" (Lc 23, 39).
Allora, quando le nostre rivolte oscillano fra il lamento dei profeti e l'insulto del malfattore, dobbiamo sapere e credere che Colui che crediamo assente o estraneo al nostro dramma, in realtà si trova misteriosamente al centro di esso, e soffre più di noi per le ingiustizie e i mali che ci opprimono.
Dire tutto a Gesù
Consideriamo adesso l'aspetto più comprensibile delle domande di Gesù. Quando chiede ai due viandanti che cosa era successo e che cosa li angustiava, rispondono: Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse Lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute...
Queste parole dicono quali erano i discorsi che i due discepoli facevano lungo il cammino, ora, la loro angustia e i loro interrogativi li stavano raccontando a quel misterioso personaggio che alla fine scopriranno essere Gesù stesso. L'insegnamento da ritenere potrebbe allora essere questo: finché discutiamo fra noi, come facevano i discepoli prima che Gesù si avvicinasse e camminasse con loro, il nostro dolore rimane senza sollievo e i nostri interrogativi senza risposta, le cose cambiano invece quando ogni nostra preoccupazione e ogni nostro dolore vengono posti nelle mani del Signore, perché i nostri dolori più profondi non possono trovare sollievo e i nostri interrogativi più veri una risposta, se non da un balsamo e da una luce che non sono naturali ma soprannaturali.
Il racconto che i due fanno al Signore prosegue poi con queste parole: Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto. Che Gesù fosse morto, e morto in quel modo, era un fatto sconvolgente, ma le sorprese non erano finite, altri fatti venivano a complicare e rendere incomprensibile la vicenda, alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti dicono i discepoli, infatti, oltre a essere morto, Gesù è pure scomparso e al suo posto si sono presentati degli angeli ad affermare che Egli è vivo, quelli poi che erano andati al sepolcro per verificare, avevano sì trovato la tomba vuota, ma Gesù non l'avevano visto. Questa seconda parte del racconto ci mostra come non sia solo il mistero del male a sconvolgere la vita dell'uomo, ma anche il mistero del bene, è c'è da notare che i discepoli vengono lavorati sia dall'uno che dall'altro mistero.
A questo punto i discepoli hanno deposto nelle mani del loro compagno tutte le loro angustie, tutti i loro interrogativi e i loro sconvolgimenti, ossia le cose come loro le avevano vissute e capite; e questo era forse l'aspetto più comprensibile delle domande di Gesù, far sì che ogni angustia venisse posta nelle sue mani. Ora, se quel viandante fosse solo un uomo, le cose non cambierebbero un gran che, ma quel viandante non era solo un uomo e aveva qualche cosa da dire sulla storia che gli avevano raccontato.
La prima cosa che dice non è molto incoraggiante per i due: Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Evidentemente, il Signore ha pensato che, prima di ogni altra spiegazione, i due dovevano diventare consapevoli della loro testardaggine nel voler rimanere ancorati alla loro povera comprensione delle cose. C'era infatti una visione delle cose secondo Dio, manifestata agli uomini mediante i profeti, e c'era una visione delle cose secondo i pellegrini di Emmaus, ma quest'ultima era stata ormai frantumata dagli eventi che avevano appena vissuto. Una volta accettata l'inadeguatezza del loro modo di comprendere, e resi umili dalla dichiarazione della loro lentezza a credere, si poteva iniziare a ricostruire.
Una domanda imbarazzante
E Gesù inizia a ricostruire ponendo ancora una volta una domanda: Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella gloria? La risposta dei discepoli, o almeno quella che vorremmo dare noi, potrebbe riassumersi con queste parole: "Beh, secondo il nostro modesto parere, sarebbe meglio cercare una via che non passi attraverso la sofferenza per entrare nella gloria, magari accontentandosi di qualcosa di meno della gloria".
È tuttavia evidente che Gesù vuole dare una risposta che va esattamente nella direzione opposta. Allora conviene riconoscere che la sua domanda ne richiama un'altra: "Perché bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella gloria?". Forse il Signore voleva far sorgere proprio questo interrogativo nel cuore dei discepoli. Se non accettiamo infatti le fatiche e i travagli che certi interrogativi comportano, non giungeremo mai a meritare di godere la luce che il Signore vuole donarci. Come il Cristo ha dovuto sopportare queste sofferenze per entrare nella gloria, così il discepolo, sopportando le fatiche e i travagli che il problema del male comporta, sia a livello intellettuale, sia a livello esistenziale, giungerà a godere della luce e delle risposte che solo il Signore è in grado di dare.
Allora, a coloro che accettano queste fatiche e questi travagli, accadrà qualcosa di simile a quello che è accaduto ai discepoli di Emmaus. Se ne andranno per un po' di tempo afflitti e sofferenti con molti interrogativi e nessuna risposta, poi, misteriosamente e silenziosamente, il Signore si avvicinerà e camminerà con loro, con qualche stratagemma farà sì che tutti gli interrogativi e tutte le angustie gli vengano consegnati, poi, con la sua luce incomincerà a dissipare le oscurità di ogni interrogativo e le angustie di ogni vicenda.
Partendo da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui. Ora, fin da bambini i discepoli sapevano di Mosè e dei profeti, conoscevano la storia della creazione, il peccato di Adamo, la storia dei patriarchi, l'oppressione degli Ebrei in Egitto, l'esodo dall'Egitto e la conquista della terra promessa, le vicende dei vari re di Israele, la voce potente dei profeti, la promessa e l'attesa del Messia, ossia di colui che doveva guidare, liberare e diventarne re di Israele. Tutte queste cose le sapevano, ma non le comprendevano veramente, non le comprendevano nel loro aspetto più profondo e soprannaturale, non riuscivano a fare il collegamento fra le cose raccontate dalla Sacra Scrittura e il dramma che Gesù aveva vissuto e che loro stavano vivendo. Quando poi Gesù si mette a spiegare come stanno le cose, allora il loro cuore incomincia a riscaldarsi e illuminarsi.
Per cercare un po’ di luce a proposito dell'imbarazzante domanda sul perché il Cristo doveva soffrire per entrare nella sua gloria, è bene riflettere su due punti fondamentali della rivelazione. Uno è la storia del peccato originale, l'altro è la presentazione, da parte dei profeti, di un messia umile e sofferente.
Il dogma del peccato originale
Il dogma del peccato originale tenta di dirci qualcosa sulla genialità del rapporto che Dio ha voluto instaurare con l'uomo. Per cercare di comprendere conviene porsi la domanda: perché Dio ha voluto creare l'uomo? E la risposta è che Dio ha voluto creare l'uomo per renderlo felice mediante la partecipazione allo splendore della vita divina; essendo Dio felice, desidera rendere partecipi anche altri alla sua felicità.
Per realizzare questo progetto, una possibilità era quella di creare l'uomo direttamente nella gloria, direttamente nel paradiso celeste, sarebbe stato tutto molto più semplice, non ci sarebbero stati i peccati e le conseguenti sofferenze, tutti gli uomini sarebbero stati immediatamente felici ed avrebbero ringraziato e lodato Dio per tutta l'eternità. Evidentemente Dio ha scartato questa possibilità e ne ha scelta un'altra, quella che stiamo vivendo adesso, quella in cui c'è la possibilità: sia del peccato e delle relative sofferenze, sia delle vittorie sul peccato e dei relativi meriti. Così, Dio non ha creato l'uomo nel paradiso celeste, ma lo ha creato in quello terrestre, e nel paradiso terrestre ha voluto sottoporre l'uomo a una prova, una prova d'amore. Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti (Gn 2, 16).
Dio ha scelto di non dare gratuitamente all'uomo la sua vita, il suo amore, la sua gloria, ma ha voluto che l'uomo ci mettesse del suo per raggiungere questi beni, in una parola, Dio vuole amare l'uomo in risposta all'amore che l'uomo manifesta nei suoi confronti, e l'uomo manifesta a Dio il suo amore mediante l'osservanza della sua legge: Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui... se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14, 21. 23).
Un altro aspetto del rapporto fra Dio e l'uomo è questo: Dio non ha voluto costringere l'uomo ad amarlo, cosa che sarebbe successa se l'avesse creato direttamente in paradiso, ma ha voluto lasciarlo libero di dirgli di sì o di no, e questa scelta si manifesta sempre mediante l'osservanza della sua parola e la pratica della sua legge o dei suoi comandamenti. In questo rapporto infine, bisogna accettare che Dio sia Dio e l'uomo, uomo, ossia che Dio sia primo e l'uomo secondo, che Dio sia creatore e l'uomo creatura. La conseguenza è che Dio deve fissare le regole del gioco, mentre tocca all'uomo rispettarle. Queste sono le condizioni affinché le cose funzionino come Dio comanda. In realtà è accaduto, accade ed accadrà, che l'uomo non rispetta le regole, non accetta di essere secondo, vuole essere primo e farsi lui le sue leggi, in una parola, non supera la prova d'amore a cui è sottoposto, dice di no a Dio, gli volta le spalle e se ne va per la sua strada.
Di fronte a questo rifiuto e a questa disobbedienza, Dio rimane impotente e ferito nel suo amore, la gravità e l'orrore di questa offesa è manifestata da Gesù inchiodato e trafitto sulla croce. Ma le conseguenze delle trasgressioni, delle disattenzioni nei confronti della legge dell'amore e delle sue esigenze, saranno disastrose anche nei confronti dell'uomo, molto più disastrose di quanto si potrebbe in un primo tempo pensare.
Il paradosso, o il mistero, è che in un primo tempo l'uomo pensa addirittura che trascurare la parola di Dio e la sua legge sia per lui un bene, un motivo di libertà e di crescita; è sedotto dalla possibilità di esperienze esaltanti e gratificanti che altrimenti gli sarebbero negate, ed è incoraggiato in questo anche dalla parola insidiosa del demonio che lo rassicura: Non morirete affatto! Anzi…(Gn 3, 4).
C'è tuttavia un tempo in cui i nodi vengono al pettine. Prima o poi, nella vita di una persona, di una famiglia o di una società, il peccato manifesta tutto il suo orrore, e l'uomo si ritrova stupito, disorientato, oppresso e impotente di fronte all'insospettata violenza che il male in certi momenti assume. La presa di coscienza di questo orrore non può essere evitata, perché l'amore è l'amore, la verità è la verità, la giustizia è la giustizia, la virtù è la virtù e il piano di Dio non può essere cambiato. Allora quando si trascurano questi beni e si imbocca una strada che va nella direzione opposta a quella che ci condurrebbe nel Regno di Dio, bisogna accettarne tutte le conseguenze, e le conseguenze vanno fino alla morte e alla morte di croce, ossia, fino a una certa atrocità della morte.
La situazione disastrosa nella quale ci troviamo sarebbe senza speranza se Dio non avesse pietà di noi e non decidesse di intervenire. L'intervento che noi vorremmo è spesso simile a quello richiesto dal ladrone malvagio: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi! (Lc 23, 39). Vorremmo cioè che Dio eliminasse le conseguenze del peccato con la sua potenza miracolosa, ma questo sarebbe come chiedergli il permesso di peccare e nello stesso tempo di essere liberati dalle inevitabili ripercussioni dolorose e orrende del peccato.
L'intervento che Dio decide è invece un altro, e consiste nell'utilizzare la situazione disastrosa nella quale ci troviamo, come occasione per manifestare l'eccesso del suo amore misericordioso. Dio decide di riconquistare il nostro cuore venendo a portare con noi e per noi il peso di dolore e di morte in cui il nostro peccato ci ha gettato, ecco la gloria che non poteva ottenere senza passare attraverso il dolore, Dio non ha voluto gloriarsi di altro nei nostri confronti, se non di quell'amore che lo ha spinto a rendersi solidale con noi fino alla morte e alla morte di croce. Ecco l'aiuto che Dio ci offre, non l'eliminazione della sofferenza e della morte, ma il dono della pazienza e delle forze necessarie per passare attraverso queste realtà.
La via per eliminare la sofferenza e la morte era già stata indicata, e consisteva nell'osservanza della parola di Dio e dei suoi comandamenti; l'uomo però, non ha voluto percorrere questa via, e allora non rimaneva altra alternativa per la sua redenzione, o il suo rinsavimento, che farlo passare attraverso le conseguenze della sua follia, questo passaggio si sarebbe però avverato troppo arduo se Gesù non fosse venuto a camminare con noi, portando Lui, molto del peso che dovremmo portare noi. Questa la gloria dell'Amore che si rende solidale con le disgrazie e la disavventure degli uomini di tutte le latitudini e di tutti i tempi.
La gloria del Messia sofferente annunciata dai profeti
Questa gloria era già stata annunciata dai profeti, ma pochi vi avevano fatto attenzione, e allora, nel momento supremo in cui questa gloria si manifestava, non veniva né compresa né riconosciuta. La voce più eloquente che aveva descritto la gloria del Messia sofferente è stata quella del profeta Isaia, diversi secoli prima della venuta di Gesù così profetizzava:
Ecco, il mio servo avrà successo,
sarà onorato, esaltato e molto innalzato.
Come molti furono presi da spavento alla sua vista
- tanto era sfigurato e il suo aspetto non era più quello di un uomo -
così si meraviglieranno di lui molte genti;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
E' cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi
non splendore per provare in lui diletto.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri peccati,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
(Is 52, 13-15; 53, 1-5)
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26-11-2023 - Verrà nella gloria (Mt 25, 31-46)
A separare le pecore dalle capre
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19-11-2023 - Il talento nascosto (Mt 25, 14-30)
Chi lo nasconde sarà Gettato fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti
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12-11-2023 - Stoltezza e saggezza (Mt 25, 1-13)
Il saggio si salva e lo stolto si perde
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05-11-2023 - L’ipocrisia al potere (Mt 23, 1-12)
E l'antidoto indicato da Gesù
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29-10-2023 - I due comandamenti (Mt 22, 34-40)
Non siamo stati noi ad amare Dio
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22-10-2023 - Dare a Dio e a Cesare (Mt 22, 15-21)
A cesare i tributi e a Dio il cuore
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15-10-2023 - Un invito rifiutato (Mt 22, 1-14)
E le sue conseguenze...
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08-10-2023 - La follia umana... (Mt 21, 33-43)
E quella divina...
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01-10-2023 - Facili parole... (Mt 21, 28-32)
Cosa significa: Lavorare nella vigna?
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24-09-2023 - Operai dell'ultima ora (Mt 20, 1-16)
La fortuna di avere un padrone "ingiusto"
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17-09-2023 - Siamo debitori (Mt 18, 21-35)
Ciascuno di noi è un debito vivente nei confronti di Dio
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10-09-2023 - Se il tuo fratello commetterà una colpa (Mt 18, 15-20)
Gesù non sta parlando ai semplici fedeli, e la colpa non è contro il singolo fedele
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03-09-2023 - Un malinteso ricorrente (Mt 16, 21-27)
I nostri pensieri e quelli di Gesù il più delle volte sono in conflitto
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27-08-2023 - Discepoli sotto esame (Mt 16, 13-20)
Interrogati su Gesù
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20-08-2023 - Una donna che ha capito (Mt 15, 21-28)
Il cuore di Gesù
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13-08-2023 - Tempesta sul lago (Mt 14, 22-33)
E Colui che può placarla
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06-08-2023 - La trasfigurazione (Mt 17, 1-9)
Per quelli che seguono Gesù sul monte
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30-07-2023 - Tesori nascosti (Mt 13, 44-52)
Che attendono di essere scoperti
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23-07-2023 - Un nemico ha fatto questo (Mt 13, 24-43)
Se c'è un nemico, c'è anche qualche pericolo
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16-07-2023 - Il seme e il terreno (Mt 13, 1-23)
Che cosa ci comunica la Parola di Dio?...
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09-07-2023 - Cose nascoste ai sapienti (Mt 11, 25-30)
Ma rivelate ai piccoli
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02-07-2023 - Perdere e trovare la vita (Mt 10, 37-42)
Un'offerta scontata da non perdere
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25-06-2023 - Non abbiate paura (Mt 10, 26-33)
Se non di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo
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18-06-2023 - Pecore senza pastore (Mt 9, 36 - 10, 8)
La disgrazia di non avere un pastore
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11-06-2023 - Chi mangia me vivrà per me (Gv 6, 51-56)
E io lo risusciterò nell'ultimo giorno
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04-06-2023 - Dio ha tanto amato il mondo (Gv 3, 16-18)
Ma il mondo come risponde all'amore di Dio?...
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28-05-2023 - Un dono per discernere (Gv 20, 19-23)
Il peccatore che non può essere perdonato
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21-05-2023 - Andarono sul monte... (Mt 28, 16-20)
E videro Gesù risorto
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14-05-2023 - Se mi amate osserverete... (Gv 14, 15-21)
Perseverare nell'amore non è scontato per nessuno
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07-05-2023 - Non sia turbato il vostro cuore (Gv 14, 1-12)
Parole per coloro che sono turbati dal Mistero delle Tenebre
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30-04-2023 - Non capirono di che cosa parlava loro (Gv 10, 1-10)
Ciò che succede spesso anche a noi
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23-04-2023 - Lungo il cammino Gesù si fa vicino (Lc 24, 13-35)
E prepara la sua manifestazione
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16-04-2023 - Dal timore alla gioia (Gv 20, 19-31)
Solo Gesù può operare questo passaggio
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09-04-2023 - Un sepolcro vuoto (Gv 20, 1-10)
Perché hanno portato via il Signore o perché è risorto?...
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02-04-2023 - Cristo crocifisso e risorto (Mt 26, 14-27, 66)
Agnello immolato fin dalla fondazione del mondo
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26-03-2023 - La La risurrezione di Lazzaro (Gv 11, 1-45)
Figura della risurrezione di Gesù
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19-03-2023 - La guarigione del cieco nato (GV 9, 1-41)
Uno strano modo di guarire
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12-03-2023 - Dammi da bere (Gv 4, 5-42)
L'acqua che ha in mente Gesù e quella che abbiamo in mente noi
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05-03-2023 - Gesù trasfigurato (Mt 17, 1-9)
La gloria per cui siamo fatti
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26-02-2023 - Le tentazioni di Gesù (Mt 4, 1-11)
E la tentazione dei progenitori
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19-02-2023 - Fu detto, ma io vi dico (Mt 5, 38-48)
Amare come Gesù ama
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12-02-2023 - Sono venuto a dare compimento (Mt 5, 17-37)
Gesù è il compimento della legge
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05-02-2023 - Sale e luce (Mt 5, 13-16)
Il rischio di perdere sapore e di diventare tenebra
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29-01-2023 - Gesù salì sul monte (Mt 5, 1-12a)
E proclama le beatitudini
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22-01-2023 - A Cafarnao (Mt 4, 12-23)
Gesù chiama quattro fratelli
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15-01-2023 - Ecco l'Agnello di Dio (Gv 1, 19-34)
Colui che toglie il peccato del mondo!
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08-01-2023 - Gesù è battezzato da Giovanni (Mt 3, 13-17)
Perché conviene adempiere ogni giustizia
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01-01-2023 - Maria madre di Dio (Lc 2, 16-21)
I paradossi di Dio rischiano di non dirci nulla
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25-12-2022 - La luce splende nelle tenebre (Gv 1, 1-18)
Una gioia è promessa a coloro che sono oppressi dalle tenebre
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18-12-2022 - La prova dell’uomo giusto (Mt 1, 18-24)
Giuseppe può comprendere e aiutare chi è nella prova
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11-12-2022 - Sei tu colui che deve venire? (Mt 11, 2-11)
Quando non si comprende l'agire di Dio
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04-12-2022 - Giovanni Battista (Mt 3, 1-12)
Il profeta di cui avremmo bisogno
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27-11-2022 - La venuta del Figlio dell'uomo (Mt 24, 37-44)
Ci sono quelli che l'attendono e quelli che l'ignorano
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20-11-2022 - La festa di Cristo Re (Lc 23, 35-43)
Perché ha compiuto una grande impresa
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13-11-2022 - Gesù profeta di sventure (Lc 21, 5-19)
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita
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06-11-2022 - Gesù risponde ai Sadducei (Lc 20, 27-38)
Alcuni aspetti della vita futura
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30-10-2022 - Zaccheo incontra Gesù (Lc 19, 1-10)
E la sua vita cambia
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23-10-2022 - Giusti o ingiusti (Lc 18, 9-14)
A noi decidere da che parte stare
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16-10-2022 - Gridare giorno e notte (Lc 18, 1-8)
Per essere prontamente esauditi
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09-10-2022 - Il grido a cui Gesù risponde (Lc 17, 11-19)
Ma noi non sappiamo gridare
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02-10-2022 - Non abbiamo fede (Lc 17, 5-10)
Neanche quanto un granello di senape
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25-09-2022 - Delitto e castigo (Lc 16, 19-31)
Il ricco gaudente uccide sia sé stesso, sia Lazzaro
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18-09-2022 - Una strana parabola (Lc 16, 1-13)
L'amministratore disonesto lodato per la sua astuzia
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11-09-2022 - Peccatori e pubblicani o scribi e farisei? (Lc 15, 1-10)
L'inevitabile scelta
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04-09-2022 - Impossibili imprese (Lc 14 25-33)
La costruzione della torre e la guerra dei re
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28-08-2022 - Umiltà radicale (Lc 14, 1. 7-14)
Dell'ultimo posto che nessuno vuole
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21-08-2022 - Due possibili esiti (Lc 13, 22-30)
Ognuno sceglie liberamente dove andare
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14-08-2022 - Fuoco sulla terra (Lc 12, 49-53)
E noi vorremmo che il fuoco non bruci
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07-08-2022 - Beato chi rimane sveglio nella notte (Lc 12, 35-40)
Non si troverà con la casa scassinata
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31-07-2022 - La ricerca della ricchezza (Lc 12, 13-21)
Quella che dura e quella che non dura
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24-07-2022 - La via angusta della preghiera (Lc 11, 1-13)
Ciò che accade a un discepolo che prega
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17-07-2022 - La parte che non sarà tolta (Lc 10, 38-42)
E quella che dovrà essere tolta
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10-07-2022 - Fa' questo e vivrai (Lc 10, 25-37)
Non una vita qualunque, ma quella di Dio stesso
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03-07-2022 - È vicino a voi il Regno di Dio (Lc 10,1-12. 17-20)
Alcuni accolgono il suo Re, altri lo respingono
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26-06-2022 - Un amore esclusivo (Lc 9, 51-62)
E le sue esigenze
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19-06-2022 - Ho ricevuto quello che vi ho trasmesso (1Cor 11, 23-26)
Ciò che solo un amore folle può fare
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12-06-2022 - Non siete capaci di portarne il peso (Gv 16, 12-15)
Il peso della gloria a cui siamo chiamati
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05-06-2022 - Un'impresa trinitaria (Gv 14, 15-16. 23b-26)
Amare come Gesù ama
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29-05-2022 - Di questo voi siete testimoni (Lc 24, 46-53)
Uno di questi è padre Kolbe
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22-05-2022 - Se uno mi ama... (Gv 14, 23-29)
Ascoltare le parole e osservare la parola
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15-05-2022 - L’impossibile comandamento (Gv 13, 31-33A. 34-35)
La soluzione di Teresina di Lisieux
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08-05-2022 - Il buon pastore (Gv 10, 27-30)
E il cattivo pastore
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01-05-2022 - Quella notte non presero nulla (Gv 21, 1-14)
La via stretta del fallimento
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24-04-2022 - Per timore dei Giudei (Gv 20, 19-31)
Un timore giustificato
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17-04-2022 - Il mistero della risurrezione di Gesù (Gv 20, 1-9)
Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti
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10-04-2022 - Il mistero della passione di Gesù (Lc 22, 14-23, 56)
Ossia, della creatura che uccide il suo Creatore
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03-04-2022 - L’adultera perdonata (Gv 8, 1-11)
Figura dell'umanità che tradisce il suo Dio
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27-03-2022 - Il figlio prodigo (Lc 15, 11-32)
La festa dopo la grande impresa
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20-03-2022 - Se non vi convertite, perirete (Lc 13, 1-9)
La causa profonda delle tragedie
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13-03-2022 - La trasfigurazione di Gesù (Lc 9, 28b - 36)
Destinati alla gloria dell'intimità con Dio
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06-03-2022 - Gesù è tentato nel deserto (Lc 4, 1-13)
Il mistero della tentazione
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27-02-2022 - L’occhio, la trave e la pagliuzza (Lc 6, 39-45)
Diventare come il Maestro
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20-02-2022 - La carità fraterna (Lc 6, 27-38)
Illusioni e realismo
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13-02-2022 - Le beatitudini (Lc 6, 17. 20-26)
I tesori che non sappiamo di avere
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06-02-2022 - La pesca miracolosa (Lc 5, 1-11)
Un lavoro in due tempi
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30-01-2022 - Tentativo di deicidio (Lc 4, 21-30)
Annuncio di ciò che accadrà
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23-01-2022 - Gesù nella sinagoga di Nazaret (Lc 1, 1-4; 4, 14-21)
Annuncia la sua missione
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16-01-2022 - Le nozze di Cana (Gv 2, 1-11)
Una miracolosa trasformazione che ci riguarda
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09-01-2022 - Il battesimo di Gesù (Lc 3, 15-16. 21-22)
Figura di ciò che ci attende
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02-01-2022 - La luce splende nelle tenebre (Gv 1, 1-18)
E le tenebre non l’hanno vinta ...
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26-12-2021 - Gesù ritrovato nel tempio (Lc 2, 41-52)
Quando i santi non comprendono
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19-12-2021 - Maria visita Elisabetta (Lc 1, 39-45)
Figura della sollecitudine di Dio per ogni uomo
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12-12-2021 - Battesimo con l’acqua e con il fuoco (Lc 3, 10-18)
Perché l'uomo possa partecipare al banchetto
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05-12-2021 - Il grido del profeta (Lc 3, 1-6)
Perché l'uomo ritorni sulla retta via
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28-11-2021 - Un nuovo anno liturgico
Per cercare di comprendere il progetto di Dio
- ----- Inizio Anno C ↑ -------
- ----- Fine Anno B ↓ ---------
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21-11-2021 - Cristo Re
Re che muore per salvare il suo popolo
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14-11-2021 - I tempi della fine
Quando non si può più mentire
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07-11-2021 - La vedova di Sarèpta
La desolazione di chi ha perso l'amore
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31-10-2021 - Oltre i comandamenti
Lo sguardo di Gesù
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24-10-2021 - Bartimeo, cieco e mendicante
Sperare contro ogni speranza
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17-10-2021 - Il grande Incompreso
La gloria secondo Dio e secondo noi
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10-10-2021 - Il giovane ricco e noi
Dio non ci ama per scherzo, dona tutto e chiede tutto
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03-10-2021 - Se non diventerete come i bambini
Diventare piccoli perché Dio possa farci grandi
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26-09-2021 - Idee ristrette
I nostri pensieri e quelli di Dio
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19-09-2021 - Il rischio di non voler comprendere
Quando Gesù ci interpella sul mistero del peccato
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12-09-2021 - Chi è Gesù?...
Un mistero non accessibile alle sole forze umane
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05-09-2021 - Un caso di malattia incurabile
Che relazione c'è fra il sordomuto e noi?
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29-08-2021 - Osservare le regole per nascondere scomode verità
Da chi vogliamo essere salvati: dalle "regole" o da Gesù?
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22-08-2021 - Il rischio di abbandonare Gesù
Se non diventerete come i bambini...
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15-08-2021 - La Donna vestita di sole e il Drago rosso
Lo stridente contrasto da cui non conviene distogliere lo sguardo
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08-08-2021 - Quando l’uomo di Dio non ne può più…
Ciò che può accadere a ognuno di noi
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01-08-2021 - Come dall’Egitto alla Terra Promessa
"Fare" o "lasciarsi fare"?
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25-07-2021 - Il segno della moltiplicazione dei pani
Il pane prodotto dagli uomini e quello donato da Dio
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18-07-2021 - Come pecore senza pastore
Similitudine e diversità con la situazione attuale
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11-07-2021 - Perché esiste tutto ciò che esiste?
Un progetto folle
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07-07-2021 - L'inevitabile tempesta
Il grido di Pietro quando affonda
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04-07-2021 - Il profeta Ezechiele, Gesù e noi
Il profeta inviato a una genìa di ribelli...
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27-06-2021 - L'emorroissa e la figlia di Giàiro
Due episodi utili a comprendere ciò che stiamo vivendo
- ----- Anno B ↑ ---------
- ------------- O -------------
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03-01-2021 - Quando è nato Gesù?… Riflessioni affettive
Circola la voce che Gesù non sia nato il 25 dicembre!
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11-06-2020 - Dio punisce o non punisce?…
È più buono un Dio che punisce o un Dio che non punisce?
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09-08-2018 - Buona o cattiva Novella?!...
Perché ad annunciare Gesù si rischia la vita?...
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02-01-2018 - Pensieri sul Natale
Per Gesù, Giuseppe e Maria non c'è posto fra gli uomini...
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26-12-2017 - Auguri di Natale
Perché gioire a Natale?!... Perché Gesù nasce in una stalla?!...
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18-01-2017 - L'enfer c'est les autres
Se l'inferno sono gli altri è perché la possibilità dell'inferno è anche nel nostro cuore...
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07-02-2016 - Giustizia e Misericordia
Qual è la condizione necessaria per ottenere misericordia?...
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28-06-2015 - Il mistero della Sindone e noi...
Le vicende della nostra vita terrena lasciano impressi, come sulla Sindone, dei segni di difficile comprensione.
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28-06-2015 - Perché il vangelo non ci dice niente?!... (Gv 3, 16-21)
Benedetti o maledetti?!...
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02-10-2014 - Parabola dei chiamati a lavorare nella vigna (Mt 20, 1-16)
Sintesi - L'ingiustizia di Dio è la nostra fortuna!!!
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21-01-2013 - Fuga e lotta con Dio ... 2/2
Una via più lunga e una più breve ...
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18-11-2012 - Fuga e lotta con Dio ... 1/2
Chi è più credibile? ...
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16-07-2011 - Il gioco disonesto della menzogna
E' naturale credere vera qualsiasi affermazione, ma ...
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02-05-2011 - Credenti o creduloni?...
L'inevitabilità dell'atto di fede - Diventarte credibili
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03-03-2011 - Come nei romanzi gialli ...
Analogie con la ricerca della felicità
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Ultimo aggiornamento 09-01-2024
Meditazione sul libro di Giobbe (Capitoli: 1-42)
La santità di Giobbe - Un principio di giustizia violato - Le due fasi della prova di Giobbe - La protesta di Giobbe - Gli amici di Giobbe - L’inizio di una disputa infuocata - La paura di Dio - Come può essere giusto un uomo davanti a Dio? - Giobbe fa saltare i nervi ai suoi amici ...
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Il perdono che non può essere concesso (Gv 20, 22-23)
A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi - che cos'è il peccato? - scoperta di alcuni paradossi - l'abominio del peccato originale - l’appuntamento a cui non possiamo mancare
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - IIa parte
Il bisogno di amare - poco e molto, storia in due tempi - le paure del servo malvagio - l’oscuramento della ragione - Dio non ci chiede più di quanto possiamo dare - chi è umile accetta di farsi aiutare - la possibilità della perdizione - tentativo di riflessione sull’inferno - come evitare la perdizione
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La parabola dei talenti (Mt 25, 13-30 || Lc 19, 11-28) - Ia parte
Un compito difficile - Ciò che non vorremmo sentire - Il rischio di un malinteso - Cosa si aspetta il padrone dai suoi servi - Il problema del vero bene dell’uomo - Prima il poco, poi il molto
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La parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro
Cristo giudica il ricco malvagio - Un caso di impenitenza finale - Esame dei sentimenti del ricco - Il pensiero di Santa Caterina da Siena - La parabola nell’opera di Maria Valtorta - Più di un morto che risuscita...
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Le riche épulon et le pauvre Lazare
Le Christ juge le mauvais riche - Un cas d’impénitence finale - Examen des sentiments du riche - La pensée de Sainte Catherine de Sienne - La parabole dans l'œuvre de Maria Valtorta - Plus qu’un mort qui ressuscite...
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Come mai questo tempo non sapete valutarlo?
Difficoltà di valutare il senso del tempo - Un compito troppo difficile - L’invito inascoltato - L’inevitabile combattimento.
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Aprì loro la mente per comprendere le scritture
Non è così facile comprendere le Scritture - Il centro delle Scritture - Un progetto singolare - Non è una questione di belle parole.
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Come gli antichi profeti - L'osservazione di Marco - Senza vie di scampo - L'attacco - Il contrattacco - Sacerdoti, scribi e noi.
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Gesù esamina Pietro sull'amore
Le domande di Gesù - Le risposte di Pietro - Pietro abbandonato dal Signore - Nato per fare il capo - Teresina di Lisieux e don Divo Barsotti.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 2
Il re cerca altri commensali - Un invito accolto con poco entusiasmo - Situazioni impossibili - Due volte indegni - Un pericolo mortale.
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Gli invitati al banchetto di nozze - 1
Un racconto paradossale e drammatico - Ci bastano le feste umane - Come si uccidono i messaggeri di Dio - Apparente ingiustizia.
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Quando Dio resiste alla preghiera ... (Lc 11, 5-13)
Non ho nulla da offrirgli - Un singolare amico - Non conosciamo noi stessi - Fatti per un altro mondo ...
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La parabola degli operai nella vigna (Mt 20, 1-16)
Difficoltà di comprendere un comportamento ingiusto - Ingiustizia che torna a nostro favore - Chi consola questa parabola.
Consapevole che le meditazioni proposte non sono che incerti balbettii, faccio appello alla carità del lettore perché vengano accolte con benevolenza. In fondo, davanti a Dio, siamo tutti dei bambini bisognosi di imparare a parlare l'unica lingua che si parli nel suo Regno, la lingua dell'amore.
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